Adempimenti

Isa, compensazioni a rischio se i controlli abbassano il voto

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di Lorenzo Pegorin e Gian Paolo Ranocchi

I controlli successivi sugli Isa rischiano di rendere inefficaci le compensazioni senza visto se il ricalcolo del punteggio dovesse far venire meno il regime premiale. È l’orientamento (ancora ufficioso) dell’agenzia delle Entrate emerso nei recenti incontri con gli enti associativi (risposta ai quesiti di Rete Imprese Italia, convegno del 24 luglio 2019). La vera novità nell’ambito del regime premiale previsto per i contribuenti più virtuosi riguardo agli Isa è quella che consente a chi ottiene un punteggio di affidabilità almeno pari a otto, l’esonero dal visto di conformità per compensare i crediti di importo fino a 50mila euro per l’Iva e di 20mila euro rispettivamente per le imposte dirette e per l’Irap. Ma che cosa potrà accadere se, in seguito a successivi controlli, sarà disconosciuto il punteggio che permette l’utilizzo del credito senza visto e il contribuente, nel frattempo, avrà effettuato le compensazioni? La risposta delle Entrate a oggi ancora ufficiosa - perché non confluita nella circolare 17/E - è stata ferma. Premettendo che il conseguimento dei benefici premiali è subordinato al fatto che i dati dichiarati dal contribuente ai fini Isa siano corretti, secondo l’agenzia delle Entrate, in presenza di dati incompleti o inesatti, il beneficio non può ritenersi legittimo. Dunque, i versamenti indebitamente compensati devono considerarsi come non effettuati con il rischio, pressoché certo, di incorrere nella sanzione del 30 per cento.

Gli effetti per chi perde il beneficio

Contrariamente agli altri benefici premiali previsti dal sistema Isa, la perdita degli effetti dell’esonero del visto di conformità sulla dichiarazione in cui è originato il credito, rischia di produrre effetti diretti e immediati. È fuor di dubbio che il presupposto per fruire del regime premiale sia quello di indicare nei modelli dati corretti e completi, ma va tenuto presente che, come segnalato in grafica, ci sono una serie di informazioni molto sensibili al punteggio Isa, che poggiano su aspetti di tipo valutativo e non di carattere oggettivo. Il caso paradigmatico è quello che riguarda la valutazione in termini percentuali dell’apporto del lavoro da parte dei soggetti diversi dai dipendenti (tipicamente i soci d’opera anche se in via non esclusiva). Un diverso punto di vista da parte del contribuente che ha gestito l’Isa in sede dichiarativa e dell’ufficio in sede di verifica, ben potrebbe stravolgere il punteggio di affidabilità e portare il contribuente da una situazione di piena virtuosità a una quotazione che non avrebbe consentito l’accesso al premiale.

In questi casi sembra eccessivo affermare che, se il punteggio ricalcolato scende sotto l’otto, le compensazioni eseguite senza il visto di conformità sulla dichiarazione a monte, si debbano considerare errate a prescindere. Sarebbe più logico aspettarsi che gli effetti siano proporzionati al tipo di errore commesso, per cui a violazioni di modesta entità (ad esempio le piccole differenze di tipo valutativo), andrebbero correlate conseguenze proporzionate. Una soluzione potrebbe essere quella di consentire l’apposizione del visto di conformità sulla dichiarazione presentata a monte, così da certificare ex post la legittimità della compensazione effettuata, prevedendo al più la sola irrogazione della sanzione fissa.

Quanto conviene rinunciare al visto

È legittimo anche interrogarsi sulla concreta efficacia del regime premiale. L’apposizione del visto di conformità, per i crediti spendibili in compensazione che possono fruire del bonus Isa, comporta costi professionali marginali per i contribuenti. Spesso nel pacchetto forfettizzato della consulenza annua erogata dal professionista al cliente, è compresa anche l’apposizione del visto. La convenienza economica di un adeguamento in dichiarazione del contribuente finalizzato al raggiungimento del fatidico otto, quindi, deve essere valutata comparando il costo in termini di maggiori imposte dell’adeguamento, rispetto al costo professionale per l’apposizione del visto. In questo contesto, tralasciando i contribuenti fisiologicamente virtuosi, si può ipotizzare che in pochi si adegueranno. Se poi il rischio evidenziato (controllo/calo del punteggio/ compensazioni negate) sarà confermato, la sensazione è che saranno in tanti coloro che sceglieranno, a prescindere dall’aver ottenuto un voto pari o superiore a otto, a continuare ad apporre il visto di conformità, per evitare problemi.

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