Adempimenti

Isa, spazio alle modifiche in caso di anomalie sui dati precompilati

di Lorenzo Pegorin e Gian Paolo Ranocchi

Il contribuente non deve compilare manualmente i dati precalcolati per gli Isa che non sono stati importati dal cassetto fiscale. In caso di anomalia questi elementi, qualora possibile, sono modificabili dal contribuente al fine di migliorare il proprio profilo di affidabilità fiscale. È quanto chiarito dalle Entrate in occasione del videoforum «I nuovi Isa» organizzato ieri dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili (Cndcec) , a cui ha parteciparto anche la Sose. In relazione ai dati precaricati l’Agenzia ha pure chiarito che non è onere del contribuente andare a verificare tutti i dati importati, ma lo stesso sarà tenuto ad operarne un controllo solo qualora l’esito dell’Isa presenti la segnalazione di indicatori di anomalia il cui risultato è influenzato proprio dalla presenza di questi dati precaricati.

Allo stesso tempo, è stato evidenziato che non sussiste alcun obbligo specifico per i contribuenti/intermediari di modificare i dati già forniti dall’Agenzia ai fini del calcolo degli Isa. Quindi il contribuente, laddove emergano eventuali criticità evidenziate dagli indicatori elementari di anomalia, può modificarli e calcolare nuovamente il proprio Isa con i dati variati.

Così ad esempio, per le società immobiliari di gestione, nel caso in cui i dati importati relativi al parametro «canoni di locazione desumibili dal registro locazioni immobili» (dato presente in anagrafe tributaria) non siano corretti rispetto all’importo effettivo risultante dal contratto, il contribuente potrà correggere direttamente il dato. In questo modo, sarà possibile rilanciare il calcolo, e l’esito verrà depurato dalla specifica anomalia evidenziata dal software in origine (prima della correzione) riguardante per l’appunto la corrispondenza dei canoni dichiarati dall’impresa con riferimento al dato presente in anagrafe tributaria.

Diversamente qualora sia il dato presente in Anagrafe tributaria ad essere corretto e quello indicato in contabilità a presentare anomalie, il contribuente dovrà valutare la strada dell’adeguamento dei ricavi o di evidenziare le eventuali circostanze esimenti nel campo annotazioni. Si pensi al caso di un contribuente in contabilità semplificata (per cassa) che non ha legittimamente indicato i ricavi come da contratto poiché di fatto non incassati; in questa ipotesi il sistema segnalerà l’anomalia e al contribuente non rimarrà che evidenziare il tutto nel campo annotazioni.

Non tutte le variabili precalcolate sono modificabili. In particolare si specifica che non è possibile agire sui seguenti dati precaricati:

«media di alcune variabili dichiarate dal contribuente con riferimento ai sette periodi d’imposta precedenti» (ad esempio, ammortamenti costo del venuto, canoni relativi a beni immobili eccetera);

«coefficiente individuale per la stima dei ricavi/compensi»;

«coefficiente individuale per la stima del valore aggiunto».

Con riferimento a questi dati non modificabili forniti dall’Agenzia, il contribuente che rilevi disallineamenti non potrà fare altro che segnalare le eventuali difformità rilevate con i dati reali utilizzando le apposite «note aggiuntive» poste in calce al modello.

Infine le Entrate hanno chiarito che non tutti gli indicatori di anomalia possono essere rimossi incrementando i ricavi dichiarati. Vi sono infatti alcuni indicatori, quali quelli relativi alla rimanenze e ai costi residuali di gestione che non sono reattivi all’aumento dei ricavi dichiarati, per cui per essi, al fine di rimuovere dall’esito l’anomalia è necessario intervenire sulle singole cause che hanno generato l’incongruenza.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©