Controlli e liti

L’accordo c’era, ma la norma era «in bianco»

di Redazione Quotidiano del Fisco

Arriva da Palazzo Chigi la ricostruzione della seduta del Consiglio dei ministri che ha varato il decreto fiscale lunedì scorso. «La bozza che gli uffici hanno fatto trovare durante il Cdm non conteneva la dichiarazione integrativa di cui all’articolo 9: questa norma risultava in bianco proprio perché l’accordo è stato raggiunto poco prima». La norma è giunta sul tavolo di premier e ministri a riunione in corso, e il presidente Giuseppe Conte «si è limitato a riassumere, a beneficio di tutti, i termini dell’accordo raggiunto riservando a un momento successivo la verifica tecnica».

La nota di Palazzo Chigi chiarisce dunque che «non c’è stata» la verbalizzazione specifica del contenuto della norma con il condono . Di fatto, il premier conferma di aver dato lettura del testo, come sostenuto da Matteo Salvini, ma allo stesso tempo conferma anche la versione di Luigi Di Maio, ovvero di non essere stato messo a conoscenza dei dettagli della misura incriminata. Una precisazione che serve però anche, sul piano tecnico, a consentire oggi al Consiglio dei ministri di riformulare l’articolo 9 secondo l’accordo a cui M5S e Lega stanno lavorando. E prova a mettere a riparo il Governo da possibili contestazioni. Come la denuncia presentata ieri alla Procura di Roma da Carmelo Miceli (Pd), che chiede di «accertare l’effettiva sussistenza di operazioni di falsificazione del testo del Dl fiscale» approvato dal Cdm. La stessa denuncia minacciata da Di Maio, ma mai depositata.

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