Imposte

L’accorpamento tra negozio e laboratorio fa perdere la cedolare commerciale

L’interpello 28/2022 affronta il caso (raro) della fusione tra due unità, di cui una sola soggetta al regime

di Cristiano Dell'Oste

Perde la cedolare secca sui negozi chi fonde un locale commerciale (categoria catastale C/1) con un laboratorio (C/3). La risposta è contenuta nell’interpello 28/2022, pubblicato il 17 gennaio, che affronta un caso piuttosto raro, ma con implicazioni generali.

La situazione di partenza è quella di un contribuente che ha dato inizialmente in locazione un laboratorio a un imprenditore, con un vecchio contratto più volte prorogato e destinato a scadere nel 2022. Lo stesso inquilino nel 2019 ha preso in affitto un locale adiacente – stavolta accatastato in categoria C/1 – e questo secondo contratto ha consentito al locatore di optare per la cedolare secca al 21% sui locali commerciali, limitata appunto ai negozi e ai contratti stipulati o prorogati nel corso del 2019.

Nel 2021 sono stati eseguiti dei lavori di accorpamento, con regolare pratica edilizia, che hanno portato all’accatastamento di un’unica unità immobiliare accatastata in categoria C/3.

Ora il locatore si chiede se sia possibile mantenere in vita i due contratti di locazione, prorogandoli alle rispettive scadenze e applicando la cedolare secca sui proventi derivanti dall’affitto del negozio (non da quello del laboratorio, ovviamente).

L’Agenzia risponde di no. Secondo il Fisco, nel caso esaminato «non è intervenuta soltanto una variazione dei dati catastali relativi alle due unità immobiliari, ma a seguito di interventi di accorpamento posti in essere è risultata una nuova unità immobiliare, che costituisce oggetto diverso del contratto di locazione rispetto a quelli determinati nei due atti attualmente in vigore». Insomma, secondo le Entrate il contribuente non può appellarsi all’autonomia negoziale delle parti: l’oggetto del contratto è cambiato, e le due locazioni precedenti vanno chiuse. Come si legge nella risposta, «si ritiene necessario procedere alla relativa cessazione esistenti e alla stipula di un nuovo contratto di locazione che rispecchi l’attualità della situazione esistente».

Il nuovo contratto, però, non potrà più avere la cedolare secca, dal momento che sarà stipulato nel 2022. Anche tenendo in vita i vecchi contratti, comunque, il Fisco rileva che l’immobile sarebbe stato in una categoria diversa dalla C/1, e quindi la cedolare sarebbe stata preclusa.

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