Controlli e liti

L’allarme: meno sedi e meno giudici per la giustizia tributaria

L’associazione Amt: molte sedi sul territorio a rischio chiusura

di Maria Carla De Cesari

Gli effetti della legge di riforma della giustizia tributaria, la 130/22, per quanto riguarda il pensionamento dei giudici, sono stati rinviati di un anno dal decreto Milleproroghe. Nonostante questo, le Corti di giustizia devono già fare i conti con la riduzione dei giudici e con la chiusura di molte sezioni. In parallelo, come evidenziato su «Il Sole 24 Ore» di lunedì 30 gennaio, il concorso per arruolare nella giustizia tributaria magistrati ordinari si annuncia come un appello inascoltato.

Il vice ministro alle Finanze, Maurizio Leo, che ha annunciato un intervento correttivo anche sul processo tributario attraverso la delega di riforma fiscale (attesa per fine mese o inizio marzo), si trova a fronteggiare una situazione complicata. La giustizia tributaria non risulta appetibile ai magistrati ordinari, come dimostrano i risutati del concorso per il quale sono arrivate finora meno di dieci domande.

Alla base ci sono probabilmente perplessità sulle prospettive di carriere e compensi che non sono considerati adeguati: un presidente di commissione ha un compenso fisso (compresi gli 80 euro riconosciuti come spese di informatizzazione) di 495 euro mensili, a un giudice toccano 391 euro. A questo vanno aggiunti i compensi variabili (per esempio 11,50 euro a sentenza per l’estensore). Queste cifre - scrive l’associazione magistrati tributari, Amt, in una lettera al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, al viceministro Leo e al presidente del Consiglio della giustizia tributaria Antonio Leone - non sono state ritoccate con la legge 130. Per altro, nessun compenso è stato previsto per le udienze cautelari che, con la riforma ,sono soggette a tempi stringenti.

«Il taglio dell'età dei giudici, da 75 a 70 anni - commenta Daniela Gobbi, presidente di Amt - comporterà nel giro di pochi anni la riduzione del personale giudicante di oltre 1.500 unità. Per sopperire alle vacanze il legislatore ha previsto il ricorso alle applicazioni obbligatorie, anche in sedi lontane dalla citta di residenza dei giudici, a fronte delle quali sarà riconosciuto un rimborso di 100 euro lordi!».

La riduzione del numero dei giudici tributari comporterà anche la diminuzione del numero delle sedi giudiziarie in ogni provincia e l'accorpamento delle sedi regionali.

«La riduzione delle sedi provocherà - dice Gobbi - la riduzione del numero delle sezioni e per molti giudici anche la perdita della qualifica. Il presidente della commissione soppressa, il presidente della sezione soppressa, il vice presidente della sezione soppressa saranno posti in soprannumero o fatti scivolare alla qualifica inferiore con relativo danno economico e alla carriera». Una reazione a catena che ridurrà, inevitabilmente, l’offerta di giustizia.

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