Adempimenti

L’appello dei Caf: «Detrazioni al 19% anche a chi ha pagato in contanti nel 2020»

La Consulta chiede al Mef una deroga all’obbligo di tracciabilità per tutelare le fasce deboli dei contribuenti

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di Cristiano Dell'Oste

Spese detraibili al 19% anche per chi ha pagato in contanti nel 2020. Lo chiede la Consulta nazionale dei Caf, con una lettera al ministro dell’Economia, Daniele Franco. La richiesta arriva alla vigilia dell’apertura della campagna dichiarativa 2021, proprio mentre i Caf stanno avviando le attività per la presentazione del modello 730 dipendenti e pensionati.

L’obbligo di pagamento con mezzi tracciabili - pena la perdita della detrazione del 19% - è stato introdotto con la legge di Bilancio 2020 (comma 679 dell’articolo 1 della legge 160/2019). Si applica alle spese pagate dal 1° gennaio 2020 e vale per tutti gli oneri detraibili al 19%, con le sole eccezioni di medicinali, dispositivi medici e prestazioni sanitarie sostenute presso strutture pubbliche o accreditate al Servizio sanitario nazionale.

La stretta sui mezzi di pagamento è stata introdotta nell’ambito della strategia di contrasto all’uso del contante, che accomuna il Governo Conte-bis e l’Esecutivo Draghi. Dal nuovo obbligo, comunque, la manovra 2020 prevedeva anche un significativo risparmio di gettito per l’Erario - stimato in 496 milioni - perché si presumeva che molti contribuenti avrebbero continuato a pagare in contanti, per varie ragioni: ignoranza della legge, sviste o incapacità di utilizzare bancomat, carte di credito, bonifici o app di pagamento.

È in questo scenario che la Consulta chiede di derogare all’obbligo per l’annualità 2020. «Molte persone – spiega Giovanni Angileri, coordinatore della Consulta nazionale dei Caf – anche a causa della insufficiente pubblicità data a questo obbligo, ne ignoravano l’esistenza, e hanno continuato a fare pagamenti in contanti per tutte le spese interessate. Si tratta soprattutto di contribuenti appartenenti alle fasce più deboli del Paese, che per ragioni anagrafiche e culturali sono meno abituate all’utilizzo della moneta elettronica».

In particolare, la Consulta chiede due ritocchi normativi al ministro dell’Economia:

1) la deroga per il solo 2020 dell’obbligo dei pagamenti tracciati;

2) l’inserimento della dicitura da parte di chi eroga il servizio, nella propria fattura e/o ricevuta, che lo stesso è detraibile solo con pagamenti tracciati.

Secondo la Consulta, la perdita di gettito per l’Erario sarebbe modesta, dato che molti contribuenti si sono in effetti adeguati al nuovo obbligo. In realtà, i dati esatti potranno essere riscontrati solo a consuntivo: è un fatto che, grazie alla dichiarazione precompilata, tra le dichiarazioni presentate nel 2014 e quelle presentate nel 2019 i beneficiari delle detrazioni al 19% sono cresciuti del 9,2%, cioè di 1,8 milioni (da statistiche delle Finanze).

Comunque, con il rinvio, secondo i Caf, si potrebbe sfruttare la campagna dichiarativa 2021 per diffondere meglio le informazioni sul nuovo obbligo, neutralizzando le «rilevanti difficoltà gestionali ed operative» cui andrebbero incontro i Caf chiamati ad apporre il visto di conformità. Una delle difficoltà maggiori - a livello pratico - è infatti proprio il riscontro delle modalità di pagamento utilizzate nel 2020 dai contribuenti, anche se a certe condizioni è sufficiente l’attestazione sul documento di spesa (si veda l’articolo su NT+ Fisco).

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