Adempimenti

L’assegno per i figli esteso a tutti. Importo deciso dall’Isee

Il beneficio sostituirà le detrazioni per carichi di famiglia e l’Assegno per il nucleo familiare (Anf)

di Giovanni Esposito

Dal 1° marzo 2022 chi ha figli a carico riceverà l’assegno unico. Sarà pagato dall’Inps su base mensile, per il periodo compreso tra marzo di ciascun anno e febbraio dell’anno successivo, ai nuclei familiari con un importo variabile in base all’indicatore della situazione economica equivalente (Isee). L’assegno, che non concorre alla formazione del reddito complessivo, prenderà il posto delle detrazioni per figli a carico e dell’Anf, sarà corrisposto a tutti indipendentemente dal tipo di reddito.

L’assegno è riconosciuto per i nuovi nati dal settimo mese di gravidanza, per i figli a carico minorenni, maggiorenni fino al compimento dei 21 anni (a condizione siano studenti, tirocinanti, lavoratori con reddito complessivo inferiore a 8mila euro annui, disoccupati in cerca di un lavoro, dediti al servizio civile universale). Senza limiti di età se è presente una disabilità.

L’assegno è riconosciuto ai cittadini italiani o di uno Stato Ue titolari del diritto di soggiorno, ovvero di Stato extra Ue in possesso del permesso di soggiorno (di lungo periodo o di lavoro/ricerca superiore a sei mesi), a condizione che siano soggetti al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia, siano residenti e domiciliati in Italia, siano o siano stati residenti in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero siano titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale.

L’importo pieno pari a 175 euro mensili per ciascun figlio minorenne (ovvero 85 euro per ciascun figlio di età nella fascia 18-20 o disabile senza limiti di età) spetta per un Isee pari o inferiore a 15mila euro. L’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente, è dato dalla combinazione fra reddito e patrimonio, il risultato è rapportato al numero dei componenti della famiglia.

Per livelli di Isee superiori a 15mila euro, l’importo si riduce gradualmente fino a raggiungere un valore pari a 50 euro (ovvero 25) in corrispondenza di un Isee pari a 40mila euro, per rimanere costante per livelli superiori. Tali importi sono maggiorati, anch’essi in misura decrescente da 85 a 15 euro con il progredire dell’Isee da 15mila a 40mila euro, per ciascun figlio successivo al secondo. Per i nuclei familiari con quattro o più figli è riconosciuta una maggiorazione forfettaria pari a 100 euro mensili per nucleo.

Per ciascun figlio minorenne non autosufficiente è prevista una maggiorazione fissa di 105 euro mensili, che diventano 95 in caso di disabilità grave e 85 euro in caso di disabilità media. Diversamente con un figlio disabile maggiorenne fino al compimento del ventunesimo anno di età la maggiorazione è pari a 80 euro mensili.

Per le madri di età inferiore a 21 anni è prevista una maggiorazione fissa pari a 20 euro mensili per ciascun figlio.

Nel caso, infine, in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro è prevista una maggiorazione pari a 30 euro mensili per un Isee pari o inferiore a 15mila euro, che si riduce gradualmente fino ad annullarsi in corrispondenza di un Isee pari a 40mila euro.

Nel caso di assenza di Isee spettano gli importi corrispondenti a quelli minimi previsti.

Per le prime tre annualità, è istituita una maggiorazione di natura transitoria decrescente (intera 2022, 2/3 nel 2023 e 1/3 nel 2024), su base mensile, dell’importo dell’assegno a condizione che il nucleo familiare abbia un Isee non superiore a 25mila euro e nel corso del 2021 abbia percepito gli assegni per il nucleo familiare. La quantificazione di tale maggiorazione è pari alla somma di una componente familiare con una componente fiscale, entrambi individuati in base alle tabelle A, B, C e D allegate al decreto istitutivo, al netto dell’ammontare mensile dell’assegno calcolato come prima.

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