L’assegno unico per i figli va richiesto anche da professionisti, partite Iva e forfettari
Per ricevere il sostegno da marzo occorre fare domanda all’Inps entro fine febbraio, presentando l’Isee 2022 del nucleo
L’assegno unico universale dal prossimo mese di marzo verrà corrisposto dall’Inps a tutte le famiglie con figli che ne faranno richiesta e prenderà il posto delle prestazioni esistenti a sostegno delle responsabilità genitoriali. Infatti, in base all’articolo 3 del Dlgs 230/2021 (si veda anche il messaggio Inps 4748 del 31 dicembre scorso) hanno diritto all’Auu, per importi differenziati in funzione dell’Isee del nucleo familiare, tutti i soggetti in possesso dei requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno tenuti al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia. Quindi, differentemente da quello che avveniva per gli assegni familiari finora in vigore, anche i genitori percettori degli altri redditi, diversi da quelli di lavoro dipendente (redditi di lavoro autonomo, fondiari, d’impresa, di capitale e diversi ex articolo 6 del Tuir), da marzo 2022 beneficeranno dell’assegno. Una platea caratterizzata anche per una maggiore discontinutà reddituale tra un anno e l’altro, rispetto ai lavoratori dipendenti.
La generalizzazione del nuovo “sussidio” – che, si precisa, non costituisce reddito per i percettori – farà però perdere a tutti i contribuenti il diritto a usufruire delle detrazioni per figli a carico fintanto che questi ultimi non raggiungeranno 21 anni di età.
Aiuto anche per titolari di altri redditi, prima esclusi
La novità non è di poco conto. Oggi anche i genitori che, per la tipologia di reddito prodotto, finora non sono stati abituati a interfacciarsi con l’Inps per avere, mese per mese, un riconoscimento da parte dello Stato a sostegno dei costi sostenuti per mantenere i propri figli, occorre che si attivino immediatamente per usufruire da subito dell’assegno.
Infatti, mentre i titolari di redditi di lavoro dipendente già potevano presentare annualmente domanda per gli assegni familiari all’Inps (il cui importo è anticipato in busta paga dal datore di lavoro), spesso fotografati da Isee sotto una determinata soglia, i lavoratori autonomi invece fino ad oggi hanno solamente usufruito delle detrazioni per figli a carico in sede di presentazione del modello Redditi (tali contribuenti non possono infatti presentare il modello 730) e solo se il loro reddito viene determinato ordinariamente.
Raggiunti anche i forfettari, finora senza detrazioni per i figli
Il nuovo assegno unico è invece un beneficio economico a carattere “universalistico” di natura assistenziale, erogato direttamente dall’Inps su base mensile (non è una detrazione d’imposta). Dal prossimo mese di marzo potranno goderne tutti i genitori con figli a carico fino 18 anni (ovvero in presenza di alcune condizioni fino a 21 anni), anche qualora il loro reddito venga determinato forfettariamente e/o con imposta sostituiva.
Di conseguenza, non appena il sistema entrerà completamente a regime, questi contribuenti - finora meno tutelati nell’ambito della loro responsabilità genitoriale - sicuramente apprezzeranno l’anticipazione del momento della percezione del beneficio, in arrivo tramite bonifico Inps, nonché l’irrilevanza della tipologia, dell’ammontare e della modalità di tassazione del reddito percepito. Va ricordato, infatti, che l’assegno spetta anche a coloro che hanno aderito al regime forfettario e che finora non hanno potuto sfruttare le detrazioni per i figli a carico.
La domanda, gli arretrati e le soglie Isee
Dalle prime istruzioni Inps risulta chiaro che per riuscire a percepire l’assegno unico già dal mese di marzo occorre che le domande (possibilmente corredate dall’Isee, ma in mancanza il modello potrà essere inviato anche in un secondo momento) vengano presentate all’istituto entro il mese di febbraio. Per le domande e per gli Isee presentati entro il 30 di giugno l’erogazione avverrà dal mese successivo e spetteranno gli arretrati dal mese di marzo. Occorre, invece, evitare di presentare la domanda o l’Isee successivamente in quanto, in tal caso, non spetteranno gli arretrati (o i conguagli rispetto alla quota minima garantita in assenza di Isee).
Preme evidenziare che per Isee pari o superiore a 40mila euro, oppure in assenza di Isee, l’importo spettante ammonterà al minimo, vale a dire 50 euro per i figli minori e 25 euro per i maggiorenni da ripartire tra entrambi i genitori. Va comunque ricordato che l’Isee 2022 – per chi sceglierà di elaborarlo – sarà legato a un anno particolare come il 2020, durante il quale i ricavi di molti lavoratori autonomi o partite Iva sono stati particolarmente colpiti dagli effetti della pandemia.