L’e-fattura in cerca di tolleranza
Seppur con toni e accenti diversi, il giudizio di professionisti e associazioni di categoria su provvedimento e circolare delle Entrate sull’e-fattura di lunedì scorso è sostanzialmente positivo. Quindi il metodo di lavoro seguito all’interno del forum italiano sulla fattura elettronica ha dato i suoi risultati. Molte indicazioni, secondo le reazioni prevalenti, sono state accolte anche se rimangono dei nodi tecnici ancora da sciogliere.
A preoccupare di più soprattutto i rappresentanti delle piccole imprese e dei professionisti resta l’imminenza del debutto dell’e-fattura, che dal 1° luglio riguarderà carburanti e subappalti Pa (seppur con un ambito più circoscritto dopo la circolare 8/E/2018) e dal 1° gennaio 2019 la generalità delle operazioni tra privati. L’obiettivo minimo, dal loro punto di vista, è una moratoria delle sanzioni in una fase inziale in modo da venire incontro a chi non riesce immediatamente a mettersi in linea con i nuovi adempimenti. Anche se c’è chi sottolinea l’importanza di una proroga o di un debutto graduale. Ma da Confindustria si fa notare come un avvio scaglionato rischierebbe di portare a un’applicazione frammentata e caotica. Vediamo nel dettaglio.
«È apprezzabile lo sforzo delle Entrate -sottolinea Gilberto Gelosa, consigliere delegato alla fisacalità del Cndcec (Consiglio nazionale dottori commercialisti ed esperti contabili) - nei termini previsti dallo Statuto del contribuente. La nostra sensazione è che siamo di fronte a un cambiamento epocale con una grossa cultura da formare e non è detto che questo lavoro possa trovare compimento nei 60 giorni». Dunque, continua Gelosa, «la richiesta resta quella di un debutto graduale, scaglionando nel tempo soggetti emittenti e riceventi, e va studiato un sistema biunivoco, perché potrebbero esserci dei problemi». In questo scenario «la moratoria delle sanzioni può essere il minimo nella fase di partenza», aggiunge Gelosa. Difficoltà evidenziate anche da Rosario De Luca, presidente fondazione studi Consulenti del lavoro, il quale insiste soprattutto sul digital divide in alcune zone d’Italia («e non solo al Sud») che impedirebbe di avere «fluidi rapporti informatici con l'amministrazione finanziaria». Perciò «serve un approccio che tenga conto di queste difficoltà, ad esempio con un’entrata in vigore con premialità per chi si adegua da subito o con l’esclusione da sanzioni per un periodo transitorio a cui deve corrispondere un serio impegno di investimenti in infrastrutture tecnologiche».
Da Rete imprese Italia si sottolinea come una delle richieste presentate sia di prorogare l'avvio dell'e-fattura sia per i carburanti sia per i subappalti Pa, accorpando il debutto con quello dell’obbligo più generalizzato dell’e-fattura tra privati a partire dal 2019. Per una proroga serve una norma di legge, ma qualora non fosse possibile alla luce del quadro politico Rete imprese Italia auspica almeno una moratoria delle sanzioni nei primi sei mesi mantenendo un doppio regime carta/digitale.
Francesca Mariotti, direttore area Politiche fiscali di Confindustria, sottolinea come le imprese stiano già investendo risorse per adeguare i sistemi e farsi trovare pronte in vista del debutto dell’e-fattura. «Un’entrata in vigore scaglionata - precisa - generebbe un’applicazione frammentata della disciplina con conseguenze caotiche per il sistema produttivo».







