Il CommentoImposte

L’eterna promessa di razionalizzare le spese fiscali

di Jean Marie Del Bo

Le legge di bilancio per il 2022 è arrivata al traguardo, come ormai è costume, con un massiccio pacchetto di bonus e agevolazioni fiscali, di volta in volta nuovi, prorogati o modificati. Un pacchetto che rafforza il già rilevante volume delle tax expenditures. Non solo superbonus e detrazione sulle facciate, dunque, su cui si sono confrontate a lungo forze politiche e governo. Ma anche sconti per il filtraggio dell’acqua e altre misure di nicchia.

Sullo sfondo restano molti problemi. Non sempre, per esempio, la gestione di bonus e agevolazioni viene effettuata sulla base di previsioni per le quali si hanno completi riscontri ex post. E questo non sempre consente di ottenere un quadro definito dell’efficacia che hanno i singoli interventi.

Questo elemento, insieme ad altri, primo fra tutti il peso dei gruppi di pressione, finisce per pesare su uno degli obiettivi storici del fisco che è la riduzione delle tax expenditures per concentrare le agevolazioni là dove sono realmente utili e produttive di risultati. Obiettivo che consentirebbe di evitare sconti improduttivi o, peggio, dannosi perché finalizzati solo a soddisfare richieste di parte.

Negli anni, certo, sono stati realizzati studi approfonditi sulle tax expenditures. Ma il problema del proliferare delle agevolazioni non è mai stato affrontato in modo deciso, nonostante le richieste di razionalizzazione. La legge delega per la riforma fiscale ora prevede fra i suoi obiettivi anche il riordino degli sconti. Una nuova opportunità di intervento che richiede un legislatore coraggioso, capace di leggere la realtà, individuare le priorità e tagliare gli sconti inutili.