Diritto

Commercialisti, la Cassazione rigetta il ricorso sull’ineleggibilità del presidente di Roma

L’ordinanza 19605 della Suprema corte ha rigettato il ricorso contro la delibera che sanciva l’ineleggibilità di Mario Civetta. Ora rischio commissariamento

di Federica Micardi

Rigettato il ricorso contro il commissariamento presentato dall’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili guidato da Mario Civetta. La decisione, che apre la strada al commissariamento, è arrivata il 18 settembre con l’ordinanza 19605 della Corte di Cassazione.

Oggetto del contendere è la nomina di Mario Civetta, che dopo aver svolto un mandato da consigliere nazionale ed uno da presidente dell’Ordine capitolino si è ripresentato - ed è stato rieletto - per un secondo mandato da presidente per il quadriennio gennaio 2017 - dicembre 2020.

La sua candidatura aveva avuto l’avallo del Consiglio nazionale, che ha interpretato la norma che prevede l’ineleggibilità se si è svolti due mandati consecutivi da consigliere o da presidente (articolo 9, Dlgs 139/2005), ritenendo che i due mandati dovevano essere riferiti ad uno stesso incarico; interpretazione avallata dalla Giustizia.

A seguito di ricorso da parte delle liste “perdenti” la Cassazione con due Ordinanze (12461 e 12462) del maggio 2018 ha bocciato l’interpretazione del Consiglio nazionale, che ha quindi deliberato l’11 settembre 2018 l’ineleggibilità di Civetta. Decisione contro cui l’Ordine di Roma ha presentato ricorso adducendo cinque motivi (tra cui il non corretto svolgimento del voto per la delibera). Il ricorso ora è stato rigettato e l’Ordine capitolino condannato alle spese.

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