Contabilità

La rivalutazione dei beni può mandare fuori giri il transfer pricing

Per effetto dei maggiori ammortamenti i prezzi di trasferimento possono non risultare più allineati con i valori di benchmark. Rilfessi anche sul patent box

Photo by Scott Graham on Unsplash

di Giacomo Albano e Livio Zallo

La disciplina del transfer pricing potrebbe costituire un ostacolo alla rivalutazione dei beni per le imprese multinazionali e per quelle che beneficiano del patent box.
Una delle conseguenze indirette associate alla rivalutazione dei beni d’impresa riguarda gli impatti dei maggiori ammortamenti sui risultati aziendali. Per effetto del maggior valore di bilancio dei cespiti rivalutati, a parità di ulteriori condizioni, l’impresa si troverà a imputare a conto economico maggiori ammortamenti negli anni successivi e, di conseguenza, registrerà costi maggiori e utili più bassi rispetto a uno scenario ante-rivalutazione.

Tale effetto potrebbe generare conseguenze non volute per le multinazionali, i cui prezzi di trasferimento potrebbero risultare non più allineati con i valori di libera concorrenza determinati dalle analisi di benchmark.

Gli esiti per le multinazionali
Si pensi al caso di un’impresa che per testare i prezzi intercompany adotta una metodologia reddituale (ad esempio il Tnmm, Transactional net margin method) che preveda il confronto fra il rapporto tra margine netto (ricavi meno totale costi) e ricavi realizzati dall’impresa stessa e il medesimo rapporto realizzato da un set di imprese comparabili.

Per effetto dei maggiori ammortamenti sui beni rivalutati si verifica necessariamente una riduzione del margine netto (e quindi del rapporto) che potrebbe comportare – a parità di altre condizioni – uno scostamento dei risultati conseguiti dall’impresa che ha rivalutato i beni rispetto all’intervallo di libera concorrenza.

Ancora più evidente è l’effetto per quelle imprese, tipicamente manifatturiere, che adottano una metodologia di tipo cost-plus per determinare i prezzi di vendita alle proprie consociate.

Si supponga che il mark-up da applicare sui costi di produzione (comprensivi di ammortamenti) sia pari al 10% per risultare allineato ai valori di libera concorrenza (at arm’s length). Se la base costi ante-rivalutazione era, ad esempio, pari a 100, il prezzo di libera concorrenza dei prodotti risultava quindi pari a 110 (100 + 10%); se, per effetto dei maggiori ammortamenti sui beni rivalutati, la base costi aumenta a 120, il prezzo intercompany diventerebbe di 132 (120 + 10%).

Riflessi sul patent box
Effetti negativi potrebbero verificarsi anche nel patent box, nel cui ambito si applicano per convenzione le regole sul transfer pricing. I maggiori margini attribuiti alle funzioni “routinarie”, tipicamente stimati con il Tnmm, determinerebbero ceteris paribus una contrazione del reddito agevolabile.

Peraltro, gli effetti sul transfer pricing si generano anche nel caso di rivalutazione esclusivamente civilistica, posto che i valori presi a riferimento per il Tp sono quelli di bilancio, a prescindere dalla rilevanza fiscale. In tal caso, pertanto, l’impresa si troverebbe a registrare maggiori ricavi (tassabili), a fronte di costi indeducibili.

In linea di principio, si potrebbe argomentare che gli effetti della rivalutazione andrebbero sterilizzati nella determinazione dei prezzi intercompany, in quanto la rivalutazione è un elemento che rende non più comparabili la base di costo della tested party rispetto a quella dei comparabili. Inoltre, in una transazione tra parti indipendenti, un’impresa non accetterebbe di vedersi maggiorare i costi di acquisto in conseguenza di un’operazione meramente valutativa effettuata dalla controparte.

Tuttavia, da un altro punto di vista, si potrebbe argomentare che i bilanci delle imprese comparabili risentono comunque di una serie di difetti di comparabilità (derivanti ad esempio dai diversi principi contabili adottati, diversi criteri di ammortamento, diversa anzianità dei cespiti), e, pertanto la rivalutazione è solo un ulteriore elemento di approssimazione nella comparabilità, che non necessita di sterilizzazione.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©