I temi di NT+Le massime di Cassazione

Le sentenze di Cassazione su pvc, questionari e cessione di quote in start up

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di Luca Benigni e Ferruccio Bogetti

Termine di 60 giorni sempre spettante a prescindere dal tipo di processo verbale

Il termine dilatorio di sessanta giorni, richiesti prima di emettere l’accertamento e previsto dal settimo comma dell’articolo 12 della legge 212/2000, decorre per tutte le possibili tipologie di processi verbali, che concludono le operazioni di accesso, verifica o ispezione. E ciò vale indipendentemente dal loro contenuto e/o denominazione formale, perché esso è sempre finalizzato a garantire il contraddittorio, anche a seguito di un verbale meramente istruttorio e descrittivo.

Cassazione, ordinanza 36846/2021

Ritenuta d’acconto sugli interessi virtuali dei finanziamenti dei soci alla società di capitali

La società di capitali, che riceve somme di denaro a titolo di mutuo dai propri soci, ha sempre l’obbligo di effettuare dapprima e versare poi, la ritenuta d’acconto. Ciò anche se la loro corresponsione non è materialmente avvenuta. Infatti, a seguito del finanziamento, tale obbligo emerge anche se la corresponsione degli interessi sia solo presunta.

Cassazione, sentenza 37166/2021

La presenza in sede fa presumere la qualifica di addetto alla ricezione

Ai fini della regolarità della notifica, effettuata ai sensi del primo comma dell’articolo 145 del codice di rito a persona diversa dal legale rappresentante, è sufficiente che il soggetto consegnatario si trovi presso la sede della persona giuridica in modo non occasionale. Pertanto non rileva nemmeno se la sua presenza dipenda da un incarico provvisorio e/o precario, perché la sola presenza del soggetto consegnatario presso la sede della persona giuridica fa sempre presumere in capo ad esso la qualifica di addetto alla ricezione.

Cassazione, sentenza 37199/2021

Definizione per l’atto di definizione sul pvc impugnato

Il ricorso contro l’accertamento parziale, emesso ai sensi dell’ultimo periodo del secondo comma dell’articolo 5-bis del Dlgs 218/1997 a sua volta formato a seguito dell’adesione al processo verbale di constatazione effettuata ai sensi del primo comma dell’articolo 5-bis del Dlgs 218/1997, è, a sua volta, definibile in base all’articolo 6 del Dl 119/2018 con il versamento del valore della controversia (comma 1) o del 90% della stessa (comma 1-bis). Questo perché tali tipo di atti sono emessi dall’amministrazione all’esito di un’attività specifica diversamente dagli atti di mera riscossione, che invece sono fondati sulle somme dichiarate dal contribuente per tributi dovuti e vengono posti a base della pretesa senza alcuna valutazione in fatto e in diritto da parte dell’amministrazione.

Cassazione, sentenza 37970/2021

L’omesso questionario al contribuente non inficia il successivo redditometro

In caso di accertamento sintetico del reddito mediante redditometro l’invio al contribuente del questionario informativo costituisce una mera facoltà dell’Amministrazione. Da una parte, la mancata risposta al questionario da parte del contribuente comporta l’applicazione di una sanzione pecuniaria per evidente lesione del principio di leale collaborazione con l’Amministrazione. Dall’altra, l’omesso invio del questionario da parte dell’Amministrazione non comporta mai alcuna derivata invalidità dell’accertamento tributario.

Cassazione, ordinanza 38060/2021

Il giudice ordina l’esibizione di documenti solo quando non si può acquisire la prova

Al giudice è consentito ordinarie l’esibizione di documenti ai sensi dell’articolo 210 del Codice di procedura civile quando è impossibile acquisire altrimenti la prova come, ad esempio, una parte non possa conseguire i documenti in possesso dell’altra, ovvero in situazione di oggettiva incertezza. Al fine di integrare gli elementi istruttori in atti, infatti, il giudice non può ordinare d’ufficio l’esibizione di un documento di una parte o di un terzo, quando l’interessato può, di propria iniziativa, acquisire una copia e produrla in causa.

Cassazione, ordinanza 38062/2021

Cessione quote della start up con Pex solo per attività d’impresa già iniziata

La cessione delle quote della start up da parte della società controllante non può essere oggetto di agevolazione fiscale Pex (partecipation exemption) se non è integrato il requisito dell’avvenuto esercizio dell’attività d’impresa. Ai fini del trattamento agevolativo Pex deve, infatti, essere sempre verificato se la partecipante, al momento della cessione delle partecipazioni della controllante, ha effettivamente iniziato ad operare, oppure non abbia ancora ultimato la fase preparatoria propedeutica all’esercizio dell’impresa commerciale.

Cassazione, ordinanza 38066/2021