Controlli e liti

Leone (Cpgt): «Presidenza del Consiglio garante dei giudici fiscali»

Leone (Cpgt): «Sono favorevole ad una giurisdizione tributaria autonoma ed indipendente»

Imagoeconomica

di Ivan Cimmarusti

«La giurisdizione tributaria dovrebbe ricadere sotto l’amministrazione diretta della presidenza del Consiglio dei ministri».

Ne è convinto Antonio Leone, presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, l’organo di autogoverno dei giudici del fisco. In questa intervista affronta una tematica d’attualità, qual è la riforma fiscale, al centro del dibattito politico del Governo, ma anche una serie di criticità che ha riscontrato nello svolgimento del suo mandato.

La giurisdizione tributaria è amministrata dal ministero dell’Economia: quali sono i pregi e le pecche di questa gestione?

Esiste un problema di “immagine”: adesso il ministero dell’Economia è contemporaneamente “ente” erogatore degli stipendi dei giudici tributari e parte del processo tributario con l’agenzia delle Entrate. Ciò appanna inevitabilmente, quantomeno nell’apparenza, il principio costituzionale di terzietà del giudice.

I professionisti del fisco ritengono che il processo tributario debba essere amministrato da giudici di ruolo. Qual è la sua opinione?

Io credo che in questo momento serva innanzitutto maggiore specializzazione. Detto ciò, sono favorevole ad una giurisdizione tributaria autonoma ed indipendente, come le altre giurisdizioni, con giudici tributari di ruolo, assunti per concorso. Naturalmente salvando, nelle more di una riforma compiuta, le professionalità che fino ad oggi hanno contribuito a rendere la giurisdizione tributaria la più veloce ed efficace delle giurisdizioni esistenti.

La presidenza del Consiglio ha, più di una volta, manifestato l’intenzione di attribuire la gestione del contenzioso alla Corte dei Conti: cosa ne pensa?

Come è stato sottolineato da più parti, si tratta di una proposta che presenta profili di incostituzionalità. E poi la Corte dei Conti tutelerebbe i diritti dei contribuenti italiani o farebbe gli interessi dell’Erario e del fisco?

Lei è stato eletto presidente del Cpgt a settembre 2018. In questo tempo ha avuto modo di comprendere tutte le criticità del contenzioso. Secondo la sua opinione, il processo tributario sotto quale amministrazione dovrebbe ricadere?

Sotto la Presidenza del Consiglio.

Ha avuto modo di avviare un dialogo sul fronte riforma con la presidenza del Consiglio?

Dialogo è una parola impegnativa. Apprendo delle proposte di riforma da parte del presidente del Consiglio dai giornali. Il tema è ricorrente: sia il Conte Uno che il Conte Due si sono aperti con una menzione sulla necessità ineludibile di un riforma della giustizia tributaria ma né il premier e né l’attuale ministro dell’Economia hanno ritenuto opportuno condividere preventivamente i loro propositi riformatori con il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria. E pensare che l’attuale presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è sempre vantato di essere il principe del dialogo e del confronto: ci sono stati momenti in cui ha incontrato chiunque, dalle associazioni di categoria alle rappresentanze sindacali. Il Consiglio di presidenza, forse, non ha rango e non merita interlocuzione.

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