Controlli e liti

Liti fiscali, è scontro sul giudice professionale

di Ivan Cimmarusti

Sull’istituzione del magistrato tributario «professionale» è polemica. Un boccone troppo amaro per gli attuali giudici «onorari». A ciò va aggiunto un altro tema bollente: l’età pensionabile, spostata dai 75 anni previsti dalla normativa del 1992 ai 70 (si veda il commento in basso), in linea con la giurisdizione ordinaria.

È attorno a questi due temi che in queste ore si sta delineando lo scontro, soprattutto perché mercoledì è prevista la valutazione finale del Consiglio dei ministri sulla bozza del Ddl di riforma della giustizia tributaria come delineata nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. La misura, voluta dalla Guardasigilli Marta Cartabia e dal ministro dell’Economia Daniele Franco, ha già ricevuto un «ok» preliminare da Bruxelles nel corso delle attività di monitoraggio che la Commissione Ue svolge sull’attuazione del Pnrr.

La posizione che si fa largo nell’attuale categoria giudicante è che dovrebbero essere mantenute tutte le professionalità che compongono le Commissioni tributarie di oggi, come i magistrati professionali provenienti da altre giurisdizioni, avvocati e commercialisti e, anche, ingegneri, architetti, professori di scuola superiore e periti agrari. Questo - si ritiene - in considerazione della natura interdisciplinare della materia tributaria.

Maretta anche sul criterio del pensionamento a 70 anni. La posizione dominante tra gli attuali giudici tributari è che, nel corso della fase transitoria - cioè del passaggio dall’onorario al professionale - si debba mantenere una specie di doppio binario, consentendo a quelli che oggi svolgono la funzione di essere confermati fino ai 75 anni, così da consentire un graduale inserimento dei nuovi magistrati professionali.

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