Controlli e liti

Fisco verso il processo documentale fino al 31 dicembre

I professioni chiedono l’udienza pubblica regolamentata per evitare assembramenti

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di Ivan Cimmarusti

«Fino al 31 dicembre 2020 nel processo tributario il giudice può disporre che le udienze che non richiedono la presenza di soggetti diversi dai difensori delle parti siano sostituite dal deposito telematico di note scritte contenenti le sole istanze e conclusioni».

Con un emendamento al Dl Agosto (si veda il Sole 24 Ore di martedì 1° settembre) il ministero dell’Economia estende l’udienza documentale - già prevista dall’articolo 221 della legge di conversione del Dl Rilancio per il civile e il penale però fino al 31 ottobre – anche al contenzioso tributario. Con l’ulteriore novità che per le liti fiscali questa forma di contraddittorio «cartolare» sarà in vigore fino al 31 dicembre.

L’emendamento introduce l’articolo «38-bis Disposizioni in materia di processo tributario» al Dl 104/2020, la cui conversione in legge è prevista per il 14 ottobre. Di conseguenza resta da capire come ci si dovrà muovere fino ad allora.

C’è da dire che la norma non è vincolante, perché i difensori potranno sempre presentare «istanza di trattazione orale entro cinque giorni dalla comunicazione» del giudice con cui invita le parti a inviare memorie per via telematica. In questo caso, però, è sostanzialmente certo un rinvio a data successiva al 31 dicembre, con l’incognita di ingolfare la macchina del contenzioso.

Il rischio paralisi è incombente, tenuto conto che i consigli nazionali degli avvocati e dei commercialisti, assieme alle associazioni di categoria (Uncat, Adc e Anc), hanno fatto fronte comune contro l’udienza documentale, chiedendo a gran voce di attuare l’udienza pubblica con ingresso nelle aule frazionato, così da evitare pericolosi assembramenti. Il presidente di Uncat, Antonio Damascelli - nel ritenere che «l’estensione al processo tributario non sia giustificata», così come «l’ulteriore termine del 31 dicembre» - afferma che «molti presidenti di Ct nel fissare le udienze pubbliche stanno già adottando criteri di buon senso, come l’ingresso scaglionato nelle aule».

Al Consiglio di presidenza della giustizia tributaria (Cpgt), invece, non c’è un sentimento univoco. C’è chi sostiene che si debba incoraggiare il dialogo con i professionisti, appoggiando la linea dell’udienza pubblica - nell’attesa dell’ok del Garante della Privacy alla videoudienza da remoto - e chi invece intende seguire la linea indicata dal Mef. Il presidente del Consiglio di presidenza Antonio Leone è per questa seconda via. Rispondendo alle richieste dei professionisti parla della «opportunità di procedere con la trattazione scritta rinunciando al contraddittorio orale e ciò solo in presenza della condivisione di tutte le parti. Un auspicio che si potrebbe realizzare prorogando il meccanismo con il quale si lascia al contribuente la facoltà di scegliere se prediligere l’oralità, che per quanto detto comporta tempi più lunghi (l’ovvio rinvio a data successiva al 31 dicembre, ndr), o la trattazione con note scritte, che consente invece tempi più rapidi. Tali disposizioni, adottate in uno stato di emergenza sanitaria e per un tempo limitato, non comportano sicuramente alcuna compromissione dei diritti».

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