Controlli e liti

Magistratura tributaria: l’appello dell’Amt al presidente Leone per lavorare da remoto

Lettera del presidente dell’Amt Danilea Gobbi al Consiglio di presidenza della giustizia tributaria

di Federica Micardi

Un appello al presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria Antonio Leone per consentire ai magistrati tributari, ora inattivi, di lavorare in “smart working” come già stanno facendo le altre magistrature.
A prendere carta e penna è il presidente dell'Associazione magistrati tributari Daniela Gobbi che scrive al presidente Leone sottolineando la necessità di assicurare la simmetria delle esigenze: la tutela della salute dei giudici da una parte e lo svolgimento delle funzioni nell'interesse dello Stato e della collettività dall’altra. «Perché ciò accada – scrive Gobbi - a nostro avviso è necessario ricorrere alle procedure informatiche, in parte avviate e in buona parte ancora in fase di definizione».
Insomma l’Amt chiede di accelerare i tempi adottando misure straordinarie che consentano di assolvere alle esigenze di sicurezza e propone di tenere le udienze e il deposito dei provvedimenti da remoto adottando un sistema che tuteli i singoli e che, al tempo stesso, non pregiudichi la giustizia.

La proposta è quella di usare dei sistemi di conference call come Cisco Webex Meeting o Microsoft Teams, piattaforme consentono di tenere delle video conferenze fino ad un massimo di 40 utenti e sono accessibili dagli smartphone.
Le udienze da remoto potrebbero essere tenute sia per la trattazione del merito che per le cautelari, risolvendo in tal modo i problemi degli spostamenti dei giudici e dei difensori.
Secondo l'Amt la formazione del giudizio anche da remoto può rispettare i principi della collegialità, e garantire la provenienza del provvedimento e l'autenticità della sottoscrizione: la collegialità è garantita dalla discussione in camera di consiglio ( on line) terminato il collegamento con le parti; la provenienza è garantita dall'invio del provvedimento firmato dal relatore e dal presidente del collegio tramite la pec istituzionale; la sottoscrizione è garantita dall'apposizione della firma digitale.

La rispresa dell’attività sarebbe certamente un modo per evitare che quell’arretrato che tanto faticosamente si sta riducendo in questi ultimi anni non torni a crescere.

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