Controlli e liti

Maxi frode sull’Iva nelle forniture a Entrate e Gdf

di Alessandro Galimberti

Utilizzare società “cartiere” per frodare l’Iva sulle forniture. A parte lo schema, arcinoto ma evidentemente pur sempre valido, c’è qualcosa di inedito nel processo che si aprirà il prossimo 12 giugno davanti al Gup di Milano, Franco Cantù Rajnoldi, imputate 16 persone. Le forniture sulle quali è stato costruito un giro di false fatture per un imponibile di 30 milioni - e 14 di Iva evasa - riguardano infatti materiale di cancelleria destinato alla stessa agenzia delle Entrate, alla guardia di Finanza (la stessa che ha indagato insieme ai colleghi dell’agenzia fiscale) oltre a varie aziende sanitarie locali, alcuni Comuni lombardi e piemontesi e infine altre amministrazioni pubbliche.

Ma non solo: le tre società su cui si è riversato il profitto illecito - ideate e controllate da un monzese di 39 anni, “coordinatore” di vari prestanome - sono tutte imprese abilitate al Mercato elettronico della pubblica amministrazione (Me.P.A.), operanti appunto nel settore della fornitura di carta e prodotti per ufficio.

I controlli effettuati hanno consentito di portare alla luce un sistema di evasione dell’Iva, con la conseguente alterazione del normale funzionamento del mercato e delle regole della concorrenza. Le attività di verifica sono state eseguite con il coordinamento della Procura della repubblica del tribunale di Milano, anche attraverso perquisizioni e sequestri di documentazione. Il sistema di frode, comunemente noto come “frode carosello” - che da più di 20 anni consente profitti illeciti milionari a organizzazioni abili nel gestire le maglie larghe dell’Iva intracomunitaria - ha assunto una dimensione transnazionale, con il coinvolgimento non solo di 13 imprese ”italiane”, ma anche di cinque aziende comunitarie, operanti in Francia, Spagna, Belgio, Austria e Germania, terminali essenziali per creare la falsa rappresentazione fiscale/contabile.

L’articolazione criminosa era finalizzata a emettere fatture per operazioni soggettivamente inesistenti nei confronti di tre società, reali beneficiarie della frode, che si sono avvalse consapevolmente di un giro di false fatture per un imponibile di 30 milioni di euro. L'importo complessivo dell’Iva evasa dal 2010 al 2015 è di circa 14 milioni di euro.

Il pm ha già chiesto il processo per 16 persone, tra cui amministratori e rappresentanti legali delle aziende; il prossimo 12 giugno davanti al gup Franco Cantù Rajnoldi si aprirà l'udienza preliminare. Le società, nel frattempo, da quanto è emerso in ambienti giudiziari, stanno cercando di sanare la loro posizione debitoria con l’agenzia fiscale.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©