Meglio non separare gli immobili dai veicoli
Gli incentivi fiscali per gli investimenti delle imprese hanno sempre trattato in modo uniforme gli acquisti di fabbricati e quelli di autovetture, beni che generalmente sono considerati «a strumentalità attenuata» rispetto a impianti e macchinari. O entrambi agevolati (legge 383/2001) o entrambi esclusi dai benefici (come nella Tremonti-ter o nella recente Guidi-Padoan). Il Ddl di stabilità 2016 rompe questa “tradizione”, concedendo il maxi ammortamento a tutte le autovetture nuove di imprese e professionisti e lasciando invece al palo gli acquisti di immobili strumentali, anche se utilizzati direttamente dal possessore. La scelta non convince, e varrebbe la pena che venisse modificata dal Parlamento, sia per incentivare gli utilizzatori ad acquisire capannoni nuovi e conformi ai più recenti standard costruttivi, sia per stimolare il settore delle costruzioni che soffre più di ogni altro della crisi economica. Considerando, peraltro, che, dato il lungo tempo di ammortamento degli immobili e l’irrilevanza del costo del terreno, l’estensione degli incentivi a tali beni graverebbe in misura assai diluita sulle finanze pubbliche.
Integrativa oltre i termini: legittimo lo stop alla detrazione dell’Iva
di Giorgio Emanuele Degani