Imposte

Meno interpelli del Fisco: cala l’effetto Covid e 110%

<span class="argomento"/>Nel 2022 sono stati pubblicati 597 quesiti, per la prima volta in discesa (-33%). L’Iva si conferma il tema più caldo, mentre rallentano i dubbi su agevolazioni anti-crisi e superbonus

Lavori edilizi agevolati. Le risposte del Fisco sul superbonus sono sensibilmente calate nel 2022

di Dario Aquaro e Cristiano Dell'Oste

Da quando vengono pubblicati gli interpelli del Fisco, il 2022 è il primo anno in controtendenza. Il totale di 597 risposte divulgate al 31 dicembre scorso (-33,4% annuo) riporta il conto ai livelli del 2019, prima del Covid e delle norme straordinarie emanate per far fronte alla pandemia.

In effetti, il 2020 e il 2021 sono anni anomali. Con un boom di domande alle Entrate focalizzate su due temi: il superbonus e gli aiuti anticrisi (contributi a fondo perduto, tax credit locazioni e così via). Anche il direttore dell’Agenzia, Ernesto Maria Ruffini, intervenendo l’anno scorso a Telefisco, aveva definito il record del 2021 – 897 risposte, in media 75 al mese – come una «eccezione» derivante proprio dalla pandemia.

Dimezzato il peso del 110%

Nel 2021, il 14% di tutti gli interpelli pubblicati riguardava il superbonus (126 su, appunto, 897; si veda Il Sole 24 Ore del 27 dicembre 2021). L’anno scorso, invece, l’incidenza è scesa al 7% delle risposte (42 su 597). Questo calo – soprattutto in termini assoluti – dimostra che la materia continua a far discutere, ma molti dubbi sono stati ormai chiariti. D’altra parte, le nuove norme varate nel 2022 sul superbonus si sono concentrate sul contrasto alle frodi e i limiti alla cessione dei crediti d’imposta, mentre le regole “base” sui lavori agevolati hanno subìto meno cambiamenti.

Se il superbonus ha visto 42 interpelli pubblicati l’anno scorso, il totale delle risposte sui bonus casa arriva a 60 includendo quelle sulle altre agevolazioni. Pesano, in particolare, nove quesiti sulla detrazione del 75% per l’abbattimento delle barriere architettoniche, che è in vigore dal 1° gennaio 2022 e ha visto le prime istruzioni ufficiali solo a giugno (circolare 23/E) e i primi interpelli dal mese di settembre.

Del resto, le risposte che vengono rese pubbliche sul sito dell’Agenzia sono quelle messe a punto dalle strutture centrali delle Entrate, alle quali le direzioni regionali devono inoltrare le richieste più “difficili”. Cioè quelle in cui «il quesito verta su fattispecie per le quali non sussistano precedenti di prassi, nonché nei casi di incertezza e complessità» (così stabilisce il provvedimento del 7 agosto 2018 con cui Ruffini ha dato il via all’operazione trasparenza sugli interpelli).

Si capisce quindi che proprio il gran numero di interpelli rilasciati negli anni scorsi toglie spazio a quelli successivi, perché le istanze fotocopia sono inammissibili. E a ridurre l’esigenza di chiarimenti – rilevano dalle Entrate – può aver contribuito anche l’aumento delle circolari pubblicate nel 2022 (36 contro le 2o dell’anno precedente).

Sotto il profilo dei tempi, il bilancio consuntivo 2021 delle Entrate evidenzia che il 90% degli interpelli ordinari – quelli che servono a chiarire i casi dubbi – ha avuto una risposta dagli uffici entro 80 giorni, anziché nei 90 del termine di legge.

In media 50 risposte al mese

Oltre al superbonus, scende anche l’interesse per le agevolazioni anticrisi pandemica, molte delle quali ormai esaurite. Due termini di confronto: il contributo a fondo perduto e il tax credit locazioni hanno ricevuto l’anno scorso sei risposte ciascuno; mentre nel 2021 erano state rispettivamente 22 e 17.

È anche per questa ragione che la media delle risposte pubblicate ogni mese è passata da 75 a 50. Una riduzione in linea con l’obiettivo dell’Agenzia di evitare chiarimenti ridondanti.

Iva, impatriati e prima casa

In generale, l’Iva si conferma anche nel 2022 il tema più caldo, con 98 risposte pubblicate (il 16,4% del totale). Una mole di risposte che spaziano dall’individuazione dell’aliquota in casi molto specifici (quali le lettiere per gatti o le zucche di Halloween) fino ai meccanismi dell’imposta. Si pensi al chiarimento (il numero 488) con cui le Entrate hanno ammesso per la prima volta che la nota di variazione non è collegata alla detrazione Iva, trattandosi della correzione di un’operazione attiva.

Tra gli altri temi, spiccano le 25 risposte sulle operazioni di riorganizzazione societaria (scissioni, conferimenti e abuso del diritto). E le 21 domande proposte da contribuenti interesseti al regime per gli impatriati e dai ricercatori che rientrano dall’estero: un ambito in cui è facile trovare “casi unici” individuali. Un po’ come succede con l’agevolazione prima casa, che esiste ormai da anni ma nel 2022 ha visto nove nuove risposte.

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