Imposte

Niente flat tax incrementale per le attività avviate dal 2022

I chiarimenti delle Entrate confermano l’ambito di applicazione. Due basi imponibili per gli acconti 2024: regole ordinarie per quelli del 2023

di Alessandra Caputo

Tassa piatta calcolata sugli incrementi di reddito 2023 con franchigia del 5% calcolata sul reddito più elevato del triennio precedente; determinazione degli acconti 2024 senza tener conto del regime agevolato. La circolare 18/E/2023 conferma le modalità di calcolo della flat tax incrementale che si applicherà, per il solo anno 2023, ai redditi delle persone fisiche esercenti attività di impresa, arte e professione.

Nelle scorse settimane, l’agenzia delle Entrate aveva pubblicato la circolare in bozza consentendo l’invio di osservazioni e proposte di modifica o di integrazione. Il documento definitivo presenta poche novità (si veda il Sole 24 Ore di ieri) e conferma, per il resto, quanto contenuto nella versione in consultazione.

Per calcolare la flat tax incrementale sarà necessario anzitutto determinare l’incremento di reddito dell’anno 2023 rispetto a quello più elevato del triennio precedente, quindi degli anni 2020, 2021 e 2022. Va poi applicata una franchigia pari al 5% del reddito più alto del triennio. La circolare precisa che il reddito da confrontare non è quello complessivo, ma quello relativo alle sole attività d’impresa e di lavoro autonomo e che occorre prendere in considerazione il dato riportato in dichiarazione, al netto delle perdite pregresse.

Sulla base imponibile così determinata, fino ad un ammontare massimo di 40.000 euro, potrà essere applicata l’imposta del 15%. Sul reddito residuo (quindi sulla differenza tra quello su cui viene applicata la tassa del 15% e quello del 2023) si applicheranno le aliquote Irpef ordinarie. La quota di reddito assoggettata alla flat tax incrementale dovrà essere esclusa dalla base di calcolo per determinare le aliquote progressive.

Considerato che la franchigia si calcola sul reddito più elevato sul triennio e che l’ammontare che ne è assoggettato a tassazione ordinaria, a parità di incremento reddituale, chi parte da una base più bassa ha un maggior risparmio fiscale.

La circolare conferma, inoltre, che non è necessario aver conseguito redditi per l’intero triennio 2020-2022 al fine di beneficiare della flat tax ma è necessario aver svolto l’attività per almeno un un’intera annualità tra quelle di riferimento. Ciò significa che possono accedere coloro che hanno iniziato l’attività nel corso del 2020 o del 2021, ma non coloro che hanno iniziato l’attività nel corso del 2022 (non avendo svolto attività per una annualità intera); restano esclusi anche coloro che hanno iniziato l’attività d’impresa o l’esercizio di arti e professioni nel corso del 2023 stante l’impossibilità di eseguire un confronto in assenza di dati. Se nel raffronto c’è una annualità in cui l’attività non è stata svolta per intero (si pensi al caso di un contribuente che ha avviato l’attività nel corso del 2020 o del 2021), il reddito relativo alla frazione d’anno va ragguagliato all’intera annualità prima di essere confrontato con le altre.

Ad esempio, nel caso di un contribuente che ha avviato l’attività il 1° giugno 2021 conseguendo un reddito di impresa o di lavoro autonomo di 30.000 euro, ai fini del confronto dovrà considerare quale reddito del 2021 l’ammontare di euro 51.168, ottenuto ragguagliando il reddito dei 30.000 euro riferito ad un periodo di 214 giorni (dal 1° giugno al 31 dicembre 2021) sull’anno intero.

Qualora nel triennio precedente siano stati conseguiti risultati negativi il reddito soggetto alla tassa piatta incrementale è tutto quello dell’anno 2023 (non di più), sempre nei limiti di 40.000 euro; stessa cosa accade nel caso in cui il parametro di confronto fosse pari a zero. Attenzione, infine, al calcolo degli acconti. Per quelli 2024 (da versare il prossimo anno) sarà necessario tener conto del reddito che si sarebbe determinato senza applicazione della flat tax. I contribuenti, quindi, dovranno calcolare due basi imponibili: una per il versamento delle imposte e una per il versamento degli acconti. Gli acconti 2023, invece, dovranno essere determinati con le regole ordinarie seguendo, quindi, il metodo storico o quello previsionale nel caso in cui si ritenga di dover versare minori imposte.

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