Professione

Professionista associato, la polizza dello studio deve coprire i rischi individuali

Con l’interpello 245/2021 le Entrate analizzano anche l’utilizzo multiplo delle coperture assicurative commercialisti

di Valeria Uva

Lo studio associato composto da avvocati e commercialisti, con una società di servizi controllata interamente dai commercialisti stessi, può trasmettere le dichiarazioni in via telematica, ma non può apporre il visto di conformità sulle dichiarazioni o trasmettere quelle vistate. Questo è l’orientamento espresso dall’agenzia delle Entrate con la risposta a interpello n. 245 diffusa il 13 aprile 2021.

Ad interrogare il Fisco è stato appunto uno studio associato, formato da 70 avvocati e 33
commercialisti che svolge l’assistenza e la consulenza fiscale, compreso l’invio telematico delle dichiarazioni e il visto di conformità. La trasmissione telematica è affidata a una società di servizi contabili, il cui capitale sociale è interamente posseduto dai soli commercialisti. Questi ultimi si occupano anche di vistare individualmente le dichiarazioni.

La richiesta dello studio

Lo studio vorrebbe procedere direttamente all’invio telematico, in pratica estendendo la possibilità già riconosciuta in modo esplicito alle associazioni tra i soli avvocati, anche agli studi “misti” tra avvocati e commercialisti . In più i commercialisti vorrebbe utilizzare anche la partita Iva o dello studio associato o della società di servizi per apporre il visto .

La risposta delle Entrate è positiva solo a metà: via libera alla trasmissione telematica da parte dell’associazione, stop per i visti.

Le motivazioni delle Entrate

L’associazione secondo l’Agenzia rientratra i soggetti legittimati dalla normativa nella categoria “altro” «a prescindere - si legge nell’interpello - dalla sua composizione interna». Ma alt al visto e alle dichiarazioni vistate perché manca «il requisito del controllo da parte dei soggetti indicati all’articolo 3,comma 3, lettere a) e b), del DPR n. 322 del 1998». Ovvero questa è una attività riservata a: commercialisti, ragionieri, periti commerciali, consulenti del lavoro, periti ed esperti iscritti nei ruoli delle Camere di commercio. Nello studio in questione, iinvece, gli avvocati sono presenti in misura prevalente rispetto ai commercialisti. Inoltre i commercialisti associati possono «non richiedere una propria partita Iva e utilizzare la partita Iva dell’associazione per l'esercizio della professione ma, nelle attività connesse al visto di conformità... non possono ricorrere ai servizi dell’associazione visto che non hanno il controllo della stessa.

Le conseguenze sulla polizza

L’Agenzia si sofferma anche poi sulle coperture assicurative, aprendo alla possibilità che i professionisti utilizzino a copertura dei rischi anche la polizza dello studio associato. Ma questa deve avere anche l’estensione individuale e deve avere sempre un massimale adeguato ai rischi e al numeo di visti e dichiarazioni presentate.

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