Professione

Nuove politiche del lavoro inclusive per i professionisti

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di Maurizio del Conte

Politiche attive per i professionisti. Anche questa è una delle novità introdotte dallo statuto del lavoro autonomo. I centri per l'impiego e gli organismi autorizzati alle attività di intermediazione dovranno offrire sportelli dedicati ai professionisti dando avvio, nei fatti, a una nuova dimensione del mercato del lavoro.

Fino ad ora l'attività di orientamento e accompagnamento al lavoro del disoccupato è stata principalmente intesa in funzione di chi aveva perso un posto di lavoro. Se, infatti, non mancano nella cassetta degli attrezzi delle politiche attive misure volte a stimolare e sostenere, anche finanziariamente, le iniziative di riconversione professionale verso l'autoimpiego, la nuova missione assegnata agli operatori pubblici e privati è quella di assistere anche chi sia già un professionista e desideri migliorare, ampliare o cambiare la propria attività in coerenza con l'evoluzione del mercato.

È evidente, infatti, che la profonda trasformazione del sistema produttivo oggi in atto apre nuovi orizzonti al mondo delle professioni, ma lo scenario è talmente complesso che, per il singolo professionista, risulta difficile seguirne l'evoluzione e coglierne appieno le opportunità di lavoro. Una nuova generazione di imprese che sfrutta le tecnologie dell'Internet of things, del cloud computing e dei Big data, con sistemi e prodotti sempre più interconnessi e in comunicazione continua, crea un ambiente favorevole al lavoro autonomo e apre nuovi spazi di realizzazione professionale. E la fluidità organizzativa che caratterizza la “quarta rivoluzione industriale” avrà un effetto moltiplicatore delle opportunità di lavoro per i professionisti.

Ma non è solo sul versante dell’impresa privata che si va delineando un maggior coinvolgimento del lavoro autonomo. Dando un segnale forte nel senso del superamento delle barriere normative che limitano la concorrenza nei rapporti economici con la Pa, la nuova legge sugli autonomi obbliga le pubbliche amministrazioni ad aprire al mondo dei professionisti il vastissimo mercato degli appalti pubblici per la prestazione di servizi e dei bandi per l'assegnazione di incarichi personali di consulenza o ricerca. E la legge rinvia proprio ai nuovi sportelli dedicati ai lavoratori autonomi la fondamentale attività di informazione e accompagnamento del professionista tra le innumerevoli complessità burocratiche che caratterizzano il mercato delle commesse pubbliche.

A questo punto la questione si sposta sul piano della capacità effettiva degli operatori, in particolar modo i centri per l'impiego, di fare fronte a questa nuova e difficile missione. Il legislatore, consapevole delle difficoltà in cui versano molte strutture pubbliche per carenza di organici e di competenze adeguatamente qualificate, ha previsto che esse possano operare anche stipulando convenzioni non onerose con gli Ordini e i Collegi professionali e le associazioni dei lavoratori autonomi iscritti e non iscritti ad Albi professionali. In tal modo il legislatore sollecita il protagonismo dell'intera comunità di riferimento della complessa galassia dei professionisti, affinché raccolga una sfida nuova e cruciale per la valorizzazione del lavoro autonomo e la sua definitiva affermazione come fattore di crescita e accompagnamento della trasformazione in senso moderno del tessuto economico del nostro Paese. Anche dalla consistenza e qualità della risposta a questa sfida dipenderà l'affermazione di una dimensione identitaria del vasto insieme del lavoro autonomo.

L’autore è presidente di Anpal

Il Ddl sul lavoro autonomo approvato definitivamente dal Parlamento

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