Professione

Partite Iva, nel 2020 chiusure in calo del 22%

Nel primo trimestre 2021 ci sono state 186mila nuove aperture: il 49,3% nei forfettari

di Giovanni Parente

Nell'anno più difficile per le attività economiche a causa del Covid e delle annesse restrizioni un po’ a sorpresa il dato delle chiusure delle partite Iva è inferiore a quello del 2019. A fornire i numeri «da considerarsi ora pressoché definitivi» è il dipartimento delle Finanze nell’aggiornamento del primo trimestre 2021 dell’osservatorio sulle partite Iva. La tendenza di fondo in realtà era già stata evidenziata tre mesi fa (si veda quanto riportato sul Sole 24 Ore del 12 febbraio) ma adesso i dati sono più stabili. Ebbene, nel 2020 risultano 333.495 chiusure rispetto alle 429.478 riscontrate nel corso del 2019: il 22,3% in meno. Secondo la lettura fornita dalle Finanze, «le misure di sostegno alle partite Iva messe in campo nel corso del 2020 abbiano avuto l’effetto di limitare le cessazioni di attività».

Focalizzando, invece, l’attenzione su chi ha avviato un’attività, nel primo trimestre del 2021 va segnalata l’apertura di 186.019 nuove partite Iva, in aumento del 15,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Scendendo nel dettaglio del confronto mese su mese, l’aumento è concentrato a marzo 2021 (+105,7%) poiché il mese di marzo 2020 era stato contrassegnato dall’inizio della crisi Covid.

Sono le attività professionali a far registrare il maggior numero di aperture di partite Iva con il 20,8% del totale, seguite dal commercio (20,1%) e dalle costruzioni (9,8%).

Sul totale delle aperture nel primo trimestre 2021 sono 91.786 le partite Iva che hanno scelto il regime forfetario: il 49,3% del totale di chi ha intrapreso un’attività, con un incremento del 10,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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