Partite Iva, l’acconto Irpef di fine novembre con versamento a rate
Progressiva introduzione di un meccanismo di pagamento mensile
Più attenzione ai versamenti di fine novembre delle partite Iva. Nel pacchetto degli emendamenti di Governo e maggioranza, arriva anche la possibilità di pagare con rate mensili l’acconto Irpef (ma non solo di fine novembre).
Una battaglia portata avanti già dal Ddl di riforma fiscale presentato la scorsa legislatura dal leghista Alberto Gusmeroli, che attualmente è uno dei due relatori alla delega in commissione Finanze alla Camera. Un correttivo, che è stato sottoscritto da Gusmeroli dall’altro relatore Fabrizio Sala (Forza Italia), punta a rivedere le modalità di versamento dell’Irpef dovuta dai lavoratori autonomi, dagli imprenditori individuali e da tutti i contribuenti cui si applicano gli indici sintetici di affidabilità fiscale (ossia le pagelle fiscali). In pratica, mantenendo l’attuale sistema di calcolo del saldo e degli acconti anche previsionale, senza penalizzazioni per i contribuenti, l’obiettivo è di arrivare a «una più equa distribuzione» delle tasse «anche attraverso un meccanismo di progressiva introduzione della periodicità mensile degli acconti e dei saldi e l’eventuale riduzione della ritenuta d’acconto».
Tradotto in altri termini, non sarà un passaggio brusco ma si cercherà nell’attuazione, una volta approvata la delega fiscale, di arrivare gradualmente a superare lo “scalone” attuale del versamento degli acconti di novembre, in cui non c’è alcuna possibilità di dilazionare l’effetto di cassa che grava sui contribuenti con partita Iva. Come spiega lo stesso Gusmeroli, con la modifica nella delega fiscale si cerca di dire «basta con le tasse pagate in anticipo». Un risultato a suo avviso «importantissimo» perché «da sempre, infatti, come Lega chiediamo che il pagamento delle tasse avvenga a consuntivo, e non come da cinquant'anni in anticipo. Ciò garantirà una più equa distribuzione temporale del carico fiscale in linea con gli incassi del contribuente».
La prospettiva, quindi, è di rendere più sostenibile il piano dei versamenti delle imposte di professionisti e piccole e medie imprese (le pagelle fiscali si applicano, infatti, fino a poco più di cinque milioni di euro di ricavi o compensi). E allo stesso tempo evitare anticipi che poi determinano una costante situazione di credito per gli operatori.
Anche per questo l’emendamento dei relatori parla di «eventuale riduzione della ritenuta d’acconto». Un tema molto sentito soprattutto da autonomi e professionisti. Ma la sostenibilità economico-finanziaria di professionisti e piccole imprese dovrà andare di pari passo con quella pubblica. Le due misure, infatti, potranno essere attuate solo senza maggiori oneri per l’Erario.