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Per rafforzare l’Ace bisogna agire sul coefficiente di rendimento nozionale

Bonus utile anche per le imprese in perdita, che possono trasformare l’eccedenza in tax credit per l’Irap

di Franco Vernassa

Dopo il ripristino nel 2019, per l’Ace spunta il rafforzamento a partire dal 2020. Sarà questo il destino dell’Ace? Lo si auspica, poiché si tratterebbe di buona notizia per le imprese al riavvio dell’attività. Lo stesso auspicio di rafforzamento dell’Ace viene anche formulato in un recente paper della Banca d’Italia del 15 aprile 2020 a firma Gobbi, Palazzo e Segura, che propone tra gli strumenti di medio-termine l’introduzione di «forti» incentivi fiscali per la ricapitalizzazione delle imprese da parte degli attuali soci e/o di nuovi azionisti sia finanziari che industriali, anche tramite operazioni di aggregazione e di corporate governance.

Rafforzare l’Ace impegna quindi sia l’azionariato della società, che deve mettere nuova finanza, sia il governo che dedica risorse finanziarie in termini di minori incassi tributari futuri, ma subordinate alla sopravvivenza dell’impresa: approfittando di uno strumento già esistente, si innesca un circolo virtuoso, per ridurre lo squilibrio tra imprese che si finanziano con il debito o con il capitale di rischio.

L’Ace è una norma ormai conosciuta dai contribuenti e loro consulenti, non necessita di faticosi chiarimenti delle Entrate, anzi potrebbe essere snellita (specie per i gruppi) in tal modo rispondendo anche alle richieste di semplificazione del sistema tributario: mantenere una buona norma significa anche semplificare la vita al contribuente. Forse è il caso di farlo.

Per il rafforzamento, sarebbe sufficiente proporre un significativo incremento del coefficiente di rendimento nozionale del capitale proprio, fissato all’1,3% per il 2019 e gli anni successivi. Se le risorse finanziarie lo permettessero, come si auspica, il rafforzamento dell’Ace potrebbe già partire dalle imposte conteggiate per l’esercizio 2019, riducendo quindi i versamenti a saldo delle imposte sui redditi da effettuare entro giugno 2020 per le società con esercizio solare, e conseguentemente diminuire in via automatica anche l’acconto 2020 su base storica. Il sollievo finanziario per le imprese sarebbe già visibile a breve.

Dal punto di vista oggettivo, il rendimento nozionale (oggi dell’1,3%) si applica all’incremento netto del capitale proprio, corrispondente alla differenza tra:

elementi positivi, quali gli utili accantonati a riserva, ad esclusione di quelli destinati a riserve non disponibili, i conferimenti in denaro, compresa la rinuncia incondizionata dei soci alla restituzione dei crediti e la compensazione dei crediti in sede di sottoscrizione di aumenti di capitale sociale;

elementi negativi, quale la riduzione del patrimonio netto con attribuzione ai soci a qualsiasi titolo, compresa la riduzione conseguente l’acquisto di azioni proprie.

Inoltre, l’Ace assume interesse anche per le imprese in perdita fiscale Ires, che hanno la possibilità di trasformare l’eccedenza Ace in credito d’imposta per pagare l’Irap, attualmente da ripartire in 5 quote annuali di pari importo: la proposta di rafforzamento è di consentire la compensazione fino a concorrenza dell’Irap dovuta, a titolo di saldo e acconto, e riporto a nuovo dell’eventuale importo residuo. Anche questa a partire dall’Irap 2019 e acconti 2020.