Per il terzo settore rischio duplicazione degli adempimenti con l’anticorruzione
Un tavolo tecnico per ridisegnare le regole sulla trasparenza nate per i partiti politici, ma che hanno finito per colpire gli enti non profit. Questo quanto emerso dall’incontro svoltosi ieri tra i rappresentanti del Forum del Terzo settore e il Governo, che dovrebbe portare nei prossimi giorni a rivedere le regole per evitare la duplicazione di adempimenti per questi enti.
Il nodo della questione gira intorno alla decisione di estendere ad alcune categorie di enti non profit che presentano un “collegamento” con il mondo politico i medesimi obblighi di trasparenza e rendicontazione previsti per i partiti. Tuttavia le finalità di prevenire fenomeni corruttivi nell’ambito dei finanziamenti ai partiti non tengono conto di quelle che sono le differenze tra mondo non profit e politico e proprio per questo nei giorni scorsi era stato chiesto un passo indietro al legislatore. Il testo di legge, infatti, equipara ai partiti politici le associazioni, le fondazioni e i comitati che presentino specifici requisiti “indice” di una presenza al loro interno di una componente politica (organi amministrativi determinati o composti in tutto o in parte da membri dei partiti o da persone che ricoprano o abbiano ricoperto nei 10 anni precedenti incarichi politici o istituzionali; effettuazione di erogazioni in misura pari o superiore a 5mila euro annui per il finanziamento di iniziative o servizi in favore di partiti/movimenti politici o esponenti delle istituzioni).
In tutti questi casi, gli enti dovranno pubblicare sul proprio sito internet, entro il 15 luglio di ciascun anno, lo statuto e il rendiconto di esercizio (con il relativo verbale di approvazione), corredato dalla relazione sulla gestione, dalla nota integrativa e dalla relazione del revisore (ove prevista). Documenti sottoposti ad un preventivo controllo di conformità e regolarità da parte di un’apposita Commissione sulla trasparenza.
Di tali pubblicazioni, poi, dovrà essere data comunicazione ai presidenti delle Camere ed evidenza nel sito ufficiale del Parlamento, sul quale sono resi noti anche i dati sulla situazione patrimoniale/reddituale dei titolari di cariche di governo o membri del Parlamento.
A ben vedere, si tratta di adempimenti alquanto dispendiosi per la tipologia di enti a cui sono rivolti, che si troverebbero, ad esempio, a sostenere i costi di una certificazione del bilancio per il solo fatto che al loro interno vi siano esponenti politici, anche locali. Proprio queste perplessità sono state sollevate dalla portavoce del Forum del Terzo settore, Claudia Fiaschi, la quale ha evidenziato come sia irragionevole assoggettare il mondo non profit agli stessi obblighi di quello politico, senza considerare gli adempimenti in termini di trasparenza già previsti in capo a questi enti dalla riforma del Terzo settore e dalla legge 124/2017 (in tema di contributi pubblici).
Dopo l’incontro di ieri tutto è stato rinviato a domani, con un tavolo tecnico che farà il punto sulla situazione cercando di ridimensionare gli effetti indiscriminati della norma nei confronti del mondo non profit.