Imposte

Perimetro incerto tra nuove attività e vecchi forfettari

La norma esclude chi applica il forfait nel 2023, ma non regola il passato

La flat taxincrementale sugli aumenti di reddito del 2023 presenta diverse zone d’ombra per le persone fisiche titolari di reddito d’impresa e/o di lavoro autonomo.

La procedura per il calcolo dovrebbe essere questa: 1 assumo il reddito d’impresa o di lavoro autonomo 2023, purché sia maggiore del più elevato dichiarato nel triennio 2020-2022; 2 determino la differenza tra il reddito 2023 e il maggiore del triennio di osservazione; 3 deduco da questa differenza il 5% del reddito assunto come riferimento; 4 tale differenza, fino a 40mila euro, è tassata al 15% in luogo di Irpef ordinaria e addizionali.

Questa flat taxincrementale – che è esclusa per chi applica il forfettario – sarà particolarmente interessante per chi possiede redditi elevati.

Basi di calcolo e beneficiari

L’incremento reddituale soggetto a tassa piatta andrà determinato assumendo solo i redditi d’impresa o di lavoro autonomo. Ma dovrà essere chiarito se la quota di reddito segregato e tassato al 15% concorrerà o meno alla base di calcolo teorica per determinare le aliquote progressive Irpef da applicare sul reddito tassato ordinariamente, come previsto per deduzioni, detrazioni e altri benefici.

Sul piano soggettivo, la norma parla di contribuenti esercenti attività d’impresa o di lavoro autonomo. Mentre le relazioni (illustrativa e tecnica) parlano di persone fisiche titolari di reddito d’impresa e/o di lavoro autonomo.

Il dubbio, quindi, è se la titolarità di una partita Iva individuale sia condizione indispensabile; oppure se laflat taxincrementale possa competere anche alle persone fisiche che partecipano soggetti fiscalmente “trasparenti”, come i soci di società di persone o i professionisti che partecipano associazioni professionali.

La norma stabilisce un solo limite reddituale, cioè la quota incrementale massima del 2023 che può essere tassata al 15%: 40 mila euro. Non sono previsti limiti in capo alla persona fisica in relazione all’ammontare del reddito d’impresa o di lavoro autonomo complessivamente prodotto nel corso del 2023.

Il disegno di legge esclude poi i soggetti che applicano il forfettario; se ne dovrebbe dedurre che coloro che, per qualsiasi motivo, non hanno aderito a tale regime, dovrebbero poter comunque fruire della flat taxincrementale.

Il confronto con il passato

Infine, c’è il tema della base di riferimento per determinare l’incremento del reddito 2023: quindi il reddito d’impresa o di lavoro autonomo più elevato del triennio 2020-2022. Anche qui i dubbi sono diversi. Chi inizia l’attività nel 2023 non avendo un triennio di confronto, a logica, dovrebbe essere escluso dalla flat taxincrementale. È vero che in molti casi le neo-attività applicano il regime di vantaggio o forfettario, e quindi già fruiscono di una tassazione agevolata, ma l’eventuale esclusione dalla nuova tassa piatta lascerebbe perplessi.

Ci sono anche i soggetti che, avendo iniziato l’attività dopo il 2020, non dispongono di un triennio di osservazione. Il dilemma è se (come dovrebbe essere) sia sufficiente avere almeno un reddito di riferimento nel triennio di osservazione per poter accedere al regime incrementale. Ma una conferma è necessaria.

E poi ci sono coloro che nel triennio di osservazione 2020-2022 applicavano il regime forfettario. La domanda è se in questi casi il reddito determinato con le speciali regole previste per questo regime possa essere assunto come riferimento per determinare l’incremento del reddito 2023 destinato alla nuova flat tax. A questa domanda pare piuttosto difficile dare una risposta positiva.

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