Piccoli imprenditori ancora in attesa dell’Iri
Non c’è solo il regime agevolato per le piccole partite Iva e la cedolare secca sugli affitti. L’esercito della flat tax annovera anche la sostitutiva al 26% sulle rendite finanziarie (ad eccezione dei titoli di Stato tassati al 26%) e un prelievo che sarebbe dovuto essere già operativo e, invece, ancora non lo è. Si tratta dell’Iri, l’imposta sul reddito imprenditoriale, che avrebbe dovuto avvicinare il trattamento fiscale delle imprese soggette a Irpef (ditte e società di persone) a quello previsto per le società di capitale che invece versano l’Ires. E non a caso l’aliquota avrebbe dovuto essere la stessa: il 24 per cento. Nel caso dell’Iri la tassazione proporzionale sarebbe stata applicata agli utili lasciati in azienda, anche in una prospettiva di autorafforzamento della struttura.
Quindi sarebbe stato un grosso aiuto, anche in considerazione del ridotto appeal dell’Ace (aiuto alla crescita economica) che via via ha visto un’erosione del rendimento su cui calcolare la deduzione legata alla capitalizzazione delle imprese. Perché usiamo il condizionale? Esigenze di cassa e la tenuta dei saldi di finanza pubblica hanno spinto il Governo a chiedere e a ottenere dal Parlamento con il via libera all’ultima legge di Bilancio il rinvio di un anno. In pratica, la tassa piatta per i piccoli imprenditori scatterà dall’anno d’imposta in corso e, quindi, con un’efficacia spostata in avanti nella dichiarazione dei redditi 2019.
Uno slittamento che, però, rischia di spiazzare chi si era già preparato (magari passando alla contabilità ordimnaria) all’imposta al 24% e additittura l’aveva utilizzata come base di calcolo per gli acconti d’imposta. Ora questa forma di prelievo dovrà fare i conti con le intenzioni manifestate dalle forze politiche che hanno primeggiato alle ultime elezioni. Da una parte, il Movimento 5 Stelle ha più volte manifestato l’intenzione di far decollare l’Iri. Dall’altro, la coalizione di centro-destra nella prospettiva di unaflat tax tra il 15% e il 23% per tutti potrebbe superare definitivamente l’imposta sul reddito imprenditoriale.
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