Finanza

Pmi in corsa per le obbligazioni sottoscritte da Invitalia

Ormai è completa la fase di preparazione del Fondo patrimonio Pmi, attivato dall’articolo 26 del decreto Rilancio

di Paolo Rinaldi

Con l’apertura della sezione dedicata agli strumenti finanziari sul sito web di Invitalia si è completata la fase preparatoria del Fondo Patrimonio Pmi, lo strumento di aiuto finanziario alle imprese individuato dal Governo nell’articolo 26 della legge Rilancio.

Dopo l’emanazione il 10 agosto del decreto attuativo, le imprese destinatarie degli strumenti finanziari possono attivarsi per la richiesta di intervento del gestore – Invitalia – chiamato a sottoscrivere le obbligazioni o gli strumenti di debito delle società di capitali italiane con fatturato 2019 tra 10 e 50 milioni, e che abbiano subito riduzioni di fatturato di almeno il 33% tra il bimestre marzo-aprile 2020 e il corrispondente periodo 2019.

L’accesso alla misura è riservato alle società che – prima della domanda – abbiano già deliberato, sottoscritto e versato un aumento di capitale sociale da liberarsi in denaro, di importo non inferiore a 250mila euro. Mentre sussistono ancora incertezze riguardanti i crediti di imposta per il socio sottoscrittore e per la società beneficiaria dell’aumento (si veda «Il Sole 24 Ore» del 24 settembre), con il rischio di un click day, si possono presentare le domande di accesso al Fondo Patrimonio Pmi.

La domanda può essere presentata anche da società che abbiano già eseguito aumenti di capitale in denaro dal 19 maggio in poi, e che intendano ricorrere allo strumento a prescindere dai crediti di imposta previsti dall’articolo 26, o per ragioni finanziarie, ovvero anche perché il socio non vi abbia diritto.

L’aiuto di Invitalia è uno strumento utile alle società che non siano state in grado di utilizzare per intero le possibilità di ricorso al credito bancario garantito del decreto Liquidità: qualora la società che ha eseguito l’aumento di capitale sociale abbia già saturato le soglie di indebitamento ammesse dal temporary framework (25% del fatturato, doppio del costo dei dipendenti, fabbisogno finanziario 18 mesi), essa non potrà ricorrere agli strumenti finanziari. Qualora, invece, si sia pervenuti ad esempio, sino al massimo al 12,5% del fatturato 2019 con indebitamento bancario garantito, gli strumenti finanziari saranno possibili nel limite massimo previsto dall’articolo 26 del 12,5% dello stesso fatturato.

La società che desideri ottenere la sottoscrizione delle proprie obbligazioni (o titoli di debito, per le Srl) da parte di Invitalia, dovrà preliminarmente non solo eseguire l’aumento di capitale sociale ma anche procedere a deliberare l’emissione delle obbligazioni. A questo proposito sarà rilevante quanto previsto dallo statuto per individuare l’organo a ciò preposto, se cioè si possa procedere direttamente con delibera del cda precedentemente delegato in tal senso o se occorra preliminarmente adottare una delibera di assemblea straordinaria, e dopo la sua iscrizione al registro delle imprese procedere alla delibera del consiglio di amministrazione per l’emissione del prestito obbligazionario.

In entrambi i casi, Invitalia ha emesso delle linee guida per la redazione della delibera di emissione, le quali illustrano il contenuto della stessa, ad uso e beneficio sia dell’organo amministrativo che del notaio interessato alla verbalizzazione.

Analogamente, per evitare il proliferare di prestiti obbligazionario non conformi al dettato dell’articolo 26 e del decreto attuativo, Invitalia ha reso disponibile anche un fac-simile di regolamento, facilitando l’opera dei professionisti interessati al processo. Il regolamento è completo e può certamente sostituire quelli attualmente utilizzati per simili operazioni. La delibera dovrà infine dare mandato all’organo amministrativo per la domanda a Invitalia di sottoscrizione degli strumenti finanziari e per il completamento del regolamento e la raccolta delle somme.

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