Finanza

Possibile rinegoziare la Sabatini e salvare il fondo perduto

Apertura del Mise in risposta a un’impresa. Con la chiusura anticipata si può beneficiare di tassi più bassi

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di Roberto Lenzi

L'estinzione anticipata del finanziamento o del leasing agevolato tramite Sabatini non comporta la revoca del contributo a fondo perduto. Le imprese che stanno pagando tassi considerati alti per il mercato attuale, in quanto sottoscritti in passato, possono azzerare le operazioni aumentando i benefici. L'importante precisazione arriva, anche se in via informale, dal ministero dello Sviluppo economico, in risposta a una richiesta di un'impresa che intende anticipare la chiusura del finanziamento.

Il dubbio era venuto considerando che la Sabatini racchiude in un'unica operazione tre interventi. La misura, che sostiene gli investimenti per acquistare direttamente o tramite locazione finanziaria macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali a uso produttivo e hardware, da una parte prevede la garanzia del fondo di garanzia, dall'altra prevede un finanziamento o leasing a copertura del 100% della spesa e dall'altra prevede un contributo a fondo perduto (anche se potrebbe sembrare sotto forma di rimborso degli interessi).

Il contributo a fondo perduto

La norma istitutiva prevedeva che il contributo fosse parametrato al valore degli interessi calcolati su un finanziamento. Questo legittimava il dubbio che la risoluzione anticipata del finanziamento portasse a una riduzione del contributo spettante. Si spiega sul sito del ministero dello Sviluppo economico che l’ammontare del ontributo «è determinato in misura pari al valore degli interessi calcolati, in via convenzionale, su un finanziamento della durata di cinque anni e di importo uguale all'investimento, ad un tasso d'interesse annuo pari al 2,75% per gli investimenti ordinari e al 3,575% per gli investimenti in tecnologie digitali e in sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti (investimenti in tecnologie Industria 4.0)».

Il parere, in coerenza con quanto già anticipato in materia fiscale, riporta alla conclusione che si tratta di un contributo in conto impianti e non di un contributo in conto interessi. Il riferimento all'abbattimento degli interessi è solo una modalità per calcolare il contributo. Questo viene fatto in maniera convenzionale a prescindere da quanto paga effettivamente la singola impresa. Il contributo viene calcolato come abbattimento totale degli interessi su un ipotetico finanziamento a un tasso d'interesse annuo pari al 2,75% per gli investimenti ordinari e al 3,575% per gli investimenti in tecnologie digitali. L'impresa potrebbe pagare realmente l'1% o il 5% ma questo non cambierebbe il contributo ottenibile. Non si tratta quindi di un contributo in abbattimento degli interessi bensì di un contributo a fondo perduto uguale per tutte le imprese che realizzano la stessa tipologia di spesa. Solo se parametrato al tasso effettivo, avrebbe comportato la riduzione degli interessi da pagare e, quindi, anche del contributo concedibile.

La chance

È ormai operativo il Dl 99/21 che permette alle imprese che hanno presentato domanda in data antecedente al 1° gennaio 2021 di ottenere l'erogazione delle quote residue in un'unica quota. Grazie alla nuova norma, anche le imprese con una Sabatini approvata in precedenza, con erogazione in più quote, possono beneficiare dell'erogazione unica. Anche se le imprese devono ancora ottenere le successive quote di contributo spettanti in un'unica soluzione, possono anticipare la chiusura del finanziamento originale. Queste sono probabilmente le imprese più interessate, poiché hanno probabilmente sottoscritto le operazioni in passato a tassi più alti e, una volta liberate dal vincolo di pagare tassi onerosi, potranno comunque beneficiare appieno dell'agevolazione.

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