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Povertà educativa, entro il 2 febbraio le domande per accedere alle risorse Pnrr

Possono partecipare enti del Terzo settore e Onlus. Stanziati 50 milioni per il 2023

Povertà educativa: c’è tempo fino al 2 febbraio prossimo per l’accesso alle risorse del Pnrr da parte di enti del Terzo settore e Onlus.

È quanto chiarito dall’avviso pubblicato dall’Agenzia per la coesione territoriale lo scorso 14 dicembre. Nella sostanza, vengono stanziati, per il 2023, 50 milioni di euro per il sostegno di progetto socio-educativi per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo settore (cfr. Dd 462/22).

A livello soggettivo, possono presentare richiesta quali soggetti proponenti sia gli enti del Terzo settore iscritti nel Registro unico nazionale (Runts), sia gli enti che si qualificano Ets in via transitoria. È il caso, ad esempio, delle Onlus che non hanno ancora perfezionato l’accesso nel Runts e per le quali l’iscrizione dell’Anagrafe tributaria assume – medio tempore - rilevanza ai fini della “certificazione” come Ets. Ciò, tuttavia, almeno fin quando non verrà definitivamente abrogato il regime agevolato Onlus, a seguito del vaglio Ue e dunque della piena operatività della disciplina fiscale del Codice del terzo settore.

Ma non solo. Rientrano tra i beneficiari Ets anche le organizzazioni di volontariato (Odv) e associazioni di promozione sociale (Aps) trasmigrate che abbiano la procedura di accesso al Runts ancora pendente a seguito di richieste di integrazione documentale. Anche in quest’ipotesi, si tratta di enti che non risultano ancora aver perfezionato l’iscrizione nel Runts ma in possesso della qualifica in via transitoria. Possono accedere all’avviso anche enti diversi dagli Ets (ad esempio scuole, istituzioni pubbliche). Ciò tuttavia a patto che il partenariato sia composto da almeno tre soggetti di cui due che siano enti del Terzo settore.

Da notare poi che, seppure i progetti abbiano precisi vincoli di destinazione territoriale, non è richiesto che la sede legale/operativa dei proponenti sia necessariamente in una delle regioni del mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna).

Sotto il profilo oggettivo, da considerare che i 50 milioni di euro stanziati sono diretti al finanziamento di progetti nell’ambito dei servizi assistenziali, dedicati alla fascia 0-6 anni, e in quella per il contrasto alla dispersione scolastica e di miglioramento dell’offerta educativa, nelle fasce 5-10 e 11-17 anni. Con la precisazione, tuttavia, che laddove si tratti di progetti rivolti alla fascia d’età 11-17 anni, oltre ai due Ets dovrà essere presente necessariamente un soggetto accreditato nel sistema regionale dell’istruzione o formazione tecnico professionale. Requisito, quest’ultimo, che in ogni caso potrà essere integrato anche dagli Ets che svolgono quale attività d’interesse generale quella dell’educazione, istruzione e formazione professionale secondo la legge 53/2003 e siano accreditati a livello regionale.

A livello operativo, l’accesso avviene tramite una procedura a sportello, al posto della valutazione selettiva delle proposte progettuali mediante una piattaforma attiva dal 3 gennaio scorso fino al 2 febbraio prossimo o fino al raggiungimento della soglia del 150% delle risorse disponibili ( https://bandi.agenziacoesione.gov.it/login ). Per ciascun intervento, il contributo concedibile è ricompreso in un ammontare minimo di euro 125mila fino ad un massimo di 250mila euro.