Controlli e liti

Prestazioni di servizi, deducibili i costi se è provata l’ultimazione

Gli oneri riguardano l’esercizio in cui si sono svolte le attività; l’unica eccezione riguarda le prestazioni periodiche legate a certi tipi di contratto

di Laura Ambrosi e Antonio Iorio

I costi relativi a prestazioni di servizio sono imputati nell’esercizio di ultimazione ed è il contribuente che deve dimostrare tale circostanza. Per le provvigioni pagate ai procacciatori, inoltre, ai fini della certezza e determinabilità, occorre verificare che contrattualmente non siano vincolate al buon fine dell’operazione. A precisarlo è la Cassazione con la sentenza nr. 12127 depositata il 14 aprile.

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento con il quale l’Agenzia recuperava, tra gli altri, costi per prestazioni di terzi e provvigioni pagate a procacciatori ritenute non di competenza e prive di certezza. Il provvedimento veniva impugnato dinanzi al giudice tributario che, per entrambi i gradi di merito, riteneva illegittimi i predetti recuperi. L’Agenzia ricorreva così in Cassazione lamentando, in estrema sintesi, un’errata applicazione della norma.

I giudici di legittimità hanno innanzitutto ricordato che in materia di onere della prova, spetta all’ufficio dimostrare le componenti attive del maggior reddito imponibile contestato, e al contribuente documentare l’esistenza dei costi e la loro inerenza. Con riguardo alle prestazioni di servizio, i relativi oneri sono di competenza dell’esercizio in cui sono ultimate, senza che rilevi il momento di emissione della fattura o l’effettuazione del pagamento. Ne consegue così che il contribuente che deduce costi per prestazioni di servizio deve provarne la loro ultimazione.

L’unica eccezione riguarda le prestazioni periodiche, correlate a determinate tipologie contrattuali (ad esempio locazione, somministrazione, assicurazione, ecc) per le quali, pur ricadendo sul contribuente l’onere probatorio, rileva la data di maturazione dei relativi corrispettivi. L’imputazione di un costo dipende così dal momento in cui sorge l’obbligo al sostenimento dell’onere, proprio perché la prestazione è stata ultimata. Nella specie, secondo la Cassazione i giudici di appello avevano trascurato ogni verifica sul punto, non considerando cioè se il contribuente avesse effettivamente provato l’ultimazione della prestazione.

Affrontando poi il diverso recupero relativo alle provvigioni pagate a procacciatori di affari, la Suprema Corte ha rilevato che ai fini della certezza e determinabilità del costo, occorre verificare che non siano contrattualmente condizionate al buon esito dell’operazione. In tale ipotesi, infatti, fino al momento dell’evento concordato non ricorrono i requisiti di certezza e determinabilità. Nella specie, la Ctr aveva correttamente confermato la deducibilità perché correlata alla condizione contrattuale.

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