Professionisti, dal Dm sui 600 euro sparisce il requisito di regolarità contributiva
Il testo definitivo del decreto Lavoro-Economia non contiene più il riferimento ai versamenti 2019
Nessun requisito di regolarità contributiva. Per ottenere il bonus di 600 euro del “reddito di ultima istanza”, i lavoratori autonomi e professionisti iscritti alle Casse private non devono dimostrare di aver adempiuto «agli obblighi contributivi previsti con riferimento all’anno 2019». Lo si evince dal testo ufficiale del Dm 28 marzo pubblicato sul sito del ministero del Lavoro: decreto che all’articolo 1, comma 3, non riporta più il riferimento alla regolarità contributiva (invece previsto nella versione del provvedimento circolata nei giorni scorsi).
Il Dm Lavoro-Economia stabilisce requisiti e modalità di attribuzione delle risorse del “Fondo per il reddito di ultima istanza” previsto all’articolo 44 del Dl “cura Italia”: che riserva 200 dei 300 milioni disponibili ai professionisti iscritti agli «enti di diritto privato di previdenza obbligatoria». Ma la condizione di essere in regola con i versamenti contributivi del 2019 - inizialmente disposta dal testo del decreto interministeriale - è stato uno principali aspetti criticati dalle stesse Casse.
Un altro punto di discussione riguarda la distinzione tra le fasce reddituali. Chi ha avuto redditi sotto i 35mila euro ha diritto all’indennità se la sua attività è stata «limitata dai provvedimenti restrittivi» emanati a causa dell’emergenza sanitaria. Che significa? Le Casse escludono il riferimento a specifici provvedimenti rivolti ai professionisti: altrimenti - dicono - si favorirebbe chi guadagna dai 35 mila ai 50mila euro, che può accedere al bonus solo dichiarando una contrazione del reddito del 33% nel primo trimestre 2020.
In attesa degli ulteriori chiarimenti, le Casse aderenti all’Adepp hanno concordato di aprire alle 12 di oggi, 1° aprile, le procedure di presentazione delle domande.