Adempimenti

Professionisti malati: sospese le scadenze, ma solo quelle fiscali

Esonero limitato agli iscritti agli Albi. Restano gli interessi legali

di Valeria Uva

La manovra 2022 estende il perimetro della copertura per malattia dei liberi professionisti. Ad essere tutelati, già dal 1° gennaio prossimo, non saranno più solamente gli eventi legati al Covid, ma tutte le malattie e gli infortuni gravi, anche se avvenuti fuori dal luogo di lavoro.
L’emendamento approvato dal Senato nella legge di Bilancio (primo firmatario, Andrea de Bertoldi di Fratelli d’Italia) rappresenta il secondo passo per il riconoscimento del diritto alla malattia per i professionisti, dopo il primo attuato ad aprile scorso con il Dl Sostegni bis, circoscritto al Covid e ai periodi di quarantena collegati.
In pratica, i professionisti ricoverati per malattia, infortunio o intervento chirurgico o quelli colpiti da malattia (anche a casa) «che comportano una inabilità temporanea» oltre i tre giorni vengono per la prima volta esonerati temporaneamente da responsabilità e sanzioni per mancato rispetto delle scadenze. Un risultato atteso da due anni (da tanto giaceva in Parlamento la proposta di legge in tema), a lungo bloccato per una battaglia sulla quantificazione delle coperture necessarie. Ora la manovra stanzia 21 milioni all’anno, che serviranno a coprire il mancato gettito temporaneo, a valere sul fondo esigenze indifferibili.
La deroga vale solo per il fisco, e in particolare per tutti gli «adempimenti tributari». Facile identificarvi le scadenze legate a versamenti di imposte; più complesso, invece, collocare al riparo anche termini e scadenze legate a contenziosi tributari, perché, a una prima lettura, le liti con l’amministrazione finanziaria e gli enti impositori non sembrano rientrare tra gli «adempimenti». Né ovviamente sono ricompresi gli adempimenti extra tributari: ad esempio le scadenze previdenziali e quelle giudiziarie, visto che il legittimo impedimento per gli avvocati ha confini ancora incerti.
I soggetti coperti

La norma è molto chiara: la sospensione temporanea scatta solo per gli autonomi che esercitano una attività per la quale «è previsto l’obbligo di iscrizione ai relativi albi professionali». Dunque, si limita ai soli professionisti ordinistici. Lasciando fuori ad esempio i tributaristi. «Un buon inizio ma anche un atto discriminatorio verso i 430mila professionisti di cui alla legge 4/2013 iscritti alla gestione separata Inps», ha commentato il presidente Int (Istituto nazionale tributaristi) Riccardo Alemanno. «Un punto di partenza – ha spiegato de Bertoldi – la mia prossima battaglia sarà verso l’estensione a tutti i professionisti e a tutti gli adempimenti di questi nuovi diritti».
Quando scatta la sospensione

La norma si riferisce a tutti gli «adempimenti tributari» per il cui inadempimento «è prevista una sanzione pecuniaria e penale nei confronti del libero professionista o del suo cliente». Non è chiaro quindi se la sanzione, collegata alla scadenza non rispettata, debba essere anche penale o invece anche soltanto pecuniaria.
Sono compresi gli infortuni, i ricoveri e le malattie gravi che comportano una inabilità assoluta al lavoro superiore ai tre giorni e il parto prematuro. Un diverso termine di sospensione di 30 giorni si applica alla interruzione della gravidanza. La sospensione arriva a coprire le scadenze dei 60 giorni successivi alla data di ricovero o della malattia. E dura per 30 giorni dal momento della fine malattia o delle dimissioni. Si versa entro il primo giorno successivo alla scadenza. Occorre inviare alla Pa interessata all’adempimento il certificato medico e copia del mandato professionale dato dal cliente (antecedente alla malattia).
Cosa resta escluso

La sospensione dei termini non blocca gli interessi legali sulle somme dilazionate, che per il 2022 saliranno all’1,25 per cento. La norma non chiarisce a carico di chi saranno. Sempre sul fronte economico, previste sanzioni da 2.500 a 7.750 euro per chi tra professionista e altri soggetti coinvolti dichiara il falso pur di ottenere la sospensione.

La procedura
Cosa è compreso
Rinvio di 30 giorni per le imposte
Dal 1° gennaio il professionista con malattia grave, infortunio o ricovero che superino i 3 giorni, può sospendere le scadenze tributarie comprese nei successivi 60 giorni e rinviarle di ulteriori 30 giorni. Occorre inviare un
certificato medico
e copiadel mandato professionale all’amministrazione competente per l’adempimento.
Cosa è escluso
Su lavoro e giustizia niente deroghe
Ad essere rinviabili sono solo gli adempimenti «tributari» collegati a una sanzione pecuniaria e penale. Restano fuori dal perimetro quindi le scadenze non fiscali dei consulenti del lavoro e degli avvocati. La norma della manovra 2022 non si applica poi ai professionisti iscritti alla gestione separata Inps in quanto non appartenenti ad albi, come i tributaristi

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