Professione

Professionisti ancora più penalizzati con l’esclusione dal fondo perduto

Confprofessioni dimostra l’entità della discriminazione sul contributo a fondo perduto

di Federica Micardi

I professionisti da tempo lamentano la scarsa attenzione del mondo politico alle difficoltà che si trovano ad affrontare a causa del Covid-19. Ora Confprofessioni dimostra, dati alla mano, che la discriminazione in effetti c’è ed è anche macroscopica.

A fronte di un calo di fatturato di 20.000 euro il contributo a fondo perduto previsto dal decreto Rilancio per artigiani e commercianti ammonta a 4.000 euro; mentre per i titolari di partita Iva iscritti alla gestione separata Inps e per i professionisti iscritti alle Casse di previdenza il contributo - erogato dall’Inps o dalla Cassa - per il mese di maggio è fisso, di mille euro per la gestione separata e secondo la relazione illustrativa al Dl rilancio di 600 euro per gli iscritti alle Casse (e non mille come ipotizzato in questi giorni). E più aumenta il calo dei fatturati, più si divarica la forbice.

La differenze
«A parità di danno subito, misurato dal calo del fatturato, infatti, gli imprenditori potranno godere di ristori fino a 10 volte più alti di quelli dei liberi professionisti», denuncia il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella che aggiunge «tuteleremo i professionisti in tutte le sedi competenti, a maggior ragione a fronte dell’emanazione di norme discriminatorie palesemente incostituzionali». Peraltro i professionisti ordinistici con entrate superiori a 50mila euro, a differenza di quelli iscritti alla gestione separata, non hanno nessuna indennità.

Per il Comitato unitario professioni e per la Rete professioni tecniche si tratta di una scelta inaccettabile, che dimostra ancora una volta l’atteggiamento punitivo della politica nei confronti di un settore determinante per il sistema economico del Paese che, come tutte le altre realtà del mondo del lavoro, sta attraversando una fase di enorme difficoltà.

Le reazioni dei sindacati
I sindacati dei commercialisti, si dicono «stanchi e non più disposti ad accettare di essere messi da parte». Le sigle Adc, Aidc, Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdcec, Unico dichiarano che se dovesse restare questa la strada intrapresa nei confronti dei professionisti, non potranno che avviare le azioni del caso, certi di un’adesione massiccia. Anche l’Aiga, l’associazione giovani avvocati è pronta a dare battaglia per affermare l’illegittimità della decisione governativa.

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