Professionisti, primo passo verso la laurea abilitante: esclusi i commercialisti
Nel Ddl varato dal Governo i giovani professionisti potranno abilitarsi al momento della laurea con una seduta più articolata
Accorciare la strada che intercorre tra la discussione della tesi e l’esercizio della professione. È l’obiettivo esplicito del disegno di legge sulle lauree abilitanti che è stato approvato dal Consiglio dei ministri di sabato notte su iniziativa del ministro Gaetano Manfredi e che passa ora al vaglio delle Camere. Parola dello stesso responsabile dell’Università: «Semplificare le modalità di accesso all’esercizio delle professioni regolamentate, significa agevolare una più diretta, immediata ed efficace collocazione dei giovani nel mercato del lavoro».
Il testo in 5 articoli varato dal Cdm ricalca quello anticipato sul Sole 24 Ore del 10 ottobre. Attraverso una manovra in tre tempi i giovani professionisti potranno abilitarsi già al momento della laurea. Svolgendo una seduta più articolata che includerà anche una prova tecnica davanti a una commissione integrata da professionisti esperti scelti dagli ordini.
I primi a essere interessati dall’abilitazione lampo saranno i laureati a ciclo unico in Odontoiatria, Farmacia e Veterinaria nonché quelli magistrali in Psicologia. Purché abbiano conseguito almeno 30 crediti formativi con un tirocinio interno al corso di studi. Di fatto, Manfredi vuole estendere alle altre professioni sanitarie quanto già previsto dall’articolo 102 del decreto “Cura Italia” per Medicina. Affinché la norma sia operativa bisogna però attendere che il provvedimento diventi legge. Ma Manfredi è ottimista: «È uno dei collegati alla manovra e c’è la volontà di tutte le forze politiche di promuoverlo», dichiara al Sole 24 Ore.
Un meccanismo analogo è previsto poi per un secondo gruppo di lauree abilitanti in materie tecniche: le tre professionalizzanti avviate quest’anno e ritenute sufficienti - in quanto dotate di tirocinio - a esercitare la professione di geometra laureato, agrotecnico laureato, perito agrario laureato e perito industriale laureato. Ma qui servirà più tempo perché i corsi sono appena partiti e dureranno tre anni.
In un terzo momento potrebbero aggiungersi ancora altri professionisti. Stiamo parlando di tecnologi alimentari, dottori agronomi e forestali, pianificatori paesaggisti e conservatori, assistenti sociali, attuari, biologi, chimici e geologi. I loro titoli diventeranno abilitanti su richiesta dei consigli degli ordini, dei collegi professionali o delle federazioni nazionali e previo regolamento del ministero dell’Università. Niente da fare invece per commercialisti, architetti e ingegneri. Inclusi dalla versione iniziale (e più ampia) del Ddl tutti e tre sono usciti da quella finale (e più stretta). Motivo: il semaforo rosso opposto dal ministero della Giustizia a cui spetta la vigilanza.