Adempimenti

Prorogate al 31 gennaio le moratorie del Cura Italia

di Paolo Rinaldi

Con la proroga delle moratorie Cura Italia si allontanano le misure di forbearance per le imprese.

Tra le varie misure emergenziali a favore delle imprese in conseguenza del Covid-19, le moratorie sono state varate su iniziativa del settore finanziario: a livello di sistema con la moratoria Abi “Imprese in ripresa 2.0”, e le misure Abi famiglie e Abi credito al consumo, ma anche da parte dei singoli istituti con iniziative bilaterali nei confronti del singolo debitore.

Anche il legislatore è intervenuto prontamente tramite le norme contenute nel Dl Cura Italia, che ha introdotto la moratoria per le Pmi di cui all’articolo 56, e la moratoria per le famiglie del Fondo Gasparini di cui all’articolo 54.

In base a una recente pubblicazione Abi, le misure di moratoria sopra citate hanno riscosso un grande successo da parte delle imprese italiane. Sulla base di dati preliminari, al 24 luglio sono pervenute alle banche poco più di 2,7 milioni di domande di moratoria su prestiti, per 297 miliardi. Si stima che, in termini di importi, il 93% delle domande o comunicazioni relative alle moratorie sia stato accolto dalle banche; solo il 3% è stato rigettato, mentre la parte restante è in corso di esame.

Il 44% delle domande di moratoria provengono da società non finanziarie (a fronte di prestiti per 195 miliardi): la parte del leone è riguarda le Pmi con richieste ai sensi dell’articolo 56 del Dl Cura Italia (oltre 1,2 milioni) che hanno riguardato prestiti e linee di credito per 158 miliardi, mentre le adesioni alla moratoria promossa dall’Abi (50 mila) hanno riguardato “solo” 12 miliardi di finanziamenti.

La ragione della prevalenza della moratoria Cura Italia rispetto a quella Abi o alle ‘bilaterali' sono da ricondursi a due elementi: la sua automaticità (la banca non è chiamata a una delibera di merito creditizio, in quanto è obbligatoria) e la circostanza che la moratoria ex articolo 56 scade(va) al 30 settembre, lasciando ulteriore spazio sino al 31 dicembre per l’applicazione di una ulteriore moratoria – Abi – fino a 12 mesi ulteriori di durata.

A fronte del rilevante successo della misura di moratoria prevista all’articolo 56 del Dl Cura Italia, il governo ha ritenuto di prorogarne l’efficacia, anche a fronte del ragionevole dubbio riguardo alla capacità delle imprese che vi hanno fatto ricorso di ottenere per la data – ormai prossima – del 30 settembre la necessaria liquidità per rimborsare la parte di moratoria in scadenza a tale data.

Il decreto Agosto prevede la proroga al 31 gennaio delle misure di moratoria contenute nell’articolo 56 del Dl Cura Italia: si tratta di una misura importante e molto attesa dagli operatori imprenditoriali. La proroga opererà automaticamente, senza necessità di alcuna formalità (sgravando anche le banche da attività amministrativa), salvo che l'impresa esplicitamente decida di rinunziarvi. È stato inoltre previsto che le imprese che non hanno ancora fatto uso di questa moratoria possano ricorrervi entro il 31 dicembre.

Si tratta di una misura di sollievo per le imprese, che al termine della moratoria saranno chiamate a riprendere i pagamenti e - per la moratoria di cui alla lettera b) (finanziamenti a breve termine in scadenza) – a rifondere una tantum l’intero importo oggetto di moratoria. L’effetto della proroga sarà anche quello di ridurre la necessità di rifinanziamento degli importi in oggetto, che in caso di difficoltà di rimborso da parte dell’impresa avrebbero potuto richiedere l’adozione di misure di concessione onerose per la banca - mentre, si ricorda, la moratoria articolo 56 non comporta forbearance per la banca.

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