Finanza

Prorogato l’incentivo per le Pmi che si quotano

di Alessandro Germani

Viene prorogato anche per il 2022 l’incentivo per le Pmi che si quotano, con un credito di imposta che si riduce a 200mila euro. La previsione è contenuta nel comma 2-bis dell’articolo 10 del Ddl di bilancio che reintroduce una misura che nel testo originario non era prevista e che scadeva col 2021. Essa è destinata per lo più al segmento Aim (Euronext growth). A fronte dell’ammissione alla quotazione, si avrà diritto un credito d’imposta, fino a 200mila euro (in precedenza 500mila euro), del 50% dei costi di consulenza sostenuti fino al 31 dicembre 2022. Tale credito d’imposta è stato utilizzabile in compensazione per l’importo di 30 milioni per il 2020 e il 2021. Ora viene portato a 35 milioni per il 2022 e 5 milioni per il 2023. Ciò significa che in relazione ai costi di quotazione che verranno sostenuti nel 2022, con un tetto a 200mila euro e un plafond per il 2023 pari a 5 milioni di euro, lo spazio sarà per 25 imprese.

La buona notizia è la proroga della misura, anche se per invogliare ulteriormente le Pmi al percorso borsistico ci sarebbe stato bisogno di più risorse.

Ricordiamo che la misura è indirizzata alle Pmi (raccomandazione 2003/361/Ce della Commissione) per l’ammissione alla quotazione in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato membro Ue o See e consiste in un credito d’imposta del 50% dei costi di consulenza sostenuti per la quotazione, utilizzabile in compensazione a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in cui è stata ottenuta la quotazione. Esso deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di maturazione del credito e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta successivi fino a quello nel quale se ne conclude l’utilizzo.

Tale credito d’imposta non concorre alla formazione del reddito né della base imponibile Irap.

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