Prorogato l’incentivo per le Pmi che si quotano
Viene prorogato anche per il 2022 l’incentivo per le Pmi che si quotano, con un credito di imposta che si riduce a 200mila euro. La previsione è contenuta nel comma 2-bis dell’articolo 10 del Ddl di bilancio che reintroduce una misura che nel testo originario non era prevista e che scadeva col 2021. Essa è destinata per lo più al segmento Aim (Euronext growth). A fronte dell’ammissione alla quotazione, si avrà diritto un credito d’imposta, fino a 200mila euro (in precedenza 500mila euro), del 50% dei costi di consulenza sostenuti fino al 31 dicembre 2022. Tale credito d’imposta è stato utilizzabile in compensazione per l’importo di 30 milioni per il 2020 e il 2021. Ora viene portato a 35 milioni per il 2022 e 5 milioni per il 2023. Ciò significa che in relazione ai costi di quotazione che verranno sostenuti nel 2022, con un tetto a 200mila euro e un plafond per il 2023 pari a 5 milioni di euro, lo spazio sarà per 25 imprese.
La buona notizia è la proroga della misura, anche se per invogliare ulteriormente le Pmi al percorso borsistico ci sarebbe stato bisogno di più risorse.
Ricordiamo che la misura è indirizzata alle Pmi (raccomandazione 2003/361/Ce della Commissione) per l’ammissione alla quotazione in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato membro Ue o See e consiste in un credito d’imposta del 50% dei costi di consulenza sostenuti per la quotazione, utilizzabile in compensazione a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in cui è stata ottenuta la quotazione. Esso deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di maturazione del credito e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta successivi fino a quello nel quale se ne conclude l’utilizzo.
Tale credito d’imposta non concorre alla formazione del reddito né della base imponibile Irap.