Imposte

Cambia il calendario del 110%, il bonus facciate scende al 60%

Interventi di riqualificazione fino a fine 2022 purché ci sia almeno il 30% dei lavori entro il 30 giugno

di Marco Mobili

Sì alla proroga di un anno del 110% per le villette senza troppi vincoli e all’estensione del superbonus anche agli interventi su impianti di teleriscaldamento. Un no secco, invece, sul ripristino al 90% del bonus facciate e sulla possibilità di ammorbidire il decalage del superbonus che dovrà arrivare al 65% nel 2025. Si è chiusa così la lunga trattativa tra governo e partiti della maggioranza che chiedevano di rimuovere i tanti vincoli inseriti nel disegno di legge di bilancio all’esame del Senato.

Il Movimento 5 Stelle, in testa incassa di fatto un’ampia riscrittura del Superbonus, a partire dalla proroga per le unità unifamiliari. L’emendamento approvato ieri dalla commissione Bilancio del Senato, dopo l’ennesima trattativa sul testo da portare al voto, prevede infatti che gli interventi di riqualificazione energetica e di messa in sicurezza degli edifici sulle unità unifamiliari potranno accedere alla detrazione del 110% fino al 31 dicembre 2022 purché abbiano raggiunto almeno il 30% dei lavori entro il prossimo 30 giugno. In questo modo viene cancellato in solo colpo sia il vincolo del tetto Isee a 25mila euro per le persone fisiche che realizzano gli interventi agevolati, sia il vincolo dell’abitazione principale sul quale realizzare la riqualificazione o la messa in sicurezza della villetta.

Ma non è tutto. Con un’altra correzione all’articolo 9 viene cancellato anche l’obbligo della Certificazione di inizio lavoro asseverata (Cila).

Altro punto di confronto su cui si è allungato il braccio di ferro tra governo e maggioranza, tanto che la correzione all’emendamento è stata registrata a voce poco prima del via libera all’emendamento da parte della commissione, è l’estensione del 110% alle abitazioni collegate al teleriscaldamento. Fortemente voluta dal Pd l’estensione, spiega Antonio Misiani responsabile economico dei Dem, consentirà alle famiglie che utilizzano il teleriscaldamento di utilizzare il superbonus 110%, che fino ad oggi era dì fatto precluso per una questione di carattere burocratico connessa al valore del fattore di conversione di energia primaria. La norma di fatto definisce univocamente le condizioni per il calcolo della prestazione energetica degli edifici, prevedendo che il fattore di conversione di energia primaria da prendere in considerazione nel caso venga certificato da un soggetto terzo, con valenza biennale, sia quello del 19 luglio 2020, ovvero quella di entrata in vigore della legge 77 del 2020.

Tra le novità in arrivo rispetto al disegno di legge di bilancio presentato a ottobre dal Governo e che sarà approvato domani dall’Aula di Palazzo Madama, va segnalato anche il riallineamento tra le proroghe del Superbonus alle altre agevolazioni edilizie trainate dal 110, a partire dall’incentivo per il fotovoltaico e per l’installazione delle colonnine di ricarica. Come chiedevano le imprese del settore la proroga del Superbonus per i condomini fino al 2023 al 110%, poi ridotto al 70% nel 2024 e fissato al 65% dal 2025 si allinea anche ai cosiddetti lavori trainati come ad esempio quelli per la sostituzione degli infissi.

Buone notizie anche per il terzo settore che potrà accedere al Superbonus con lo stesso decalage, appena descritto, applicato ai condomini e agli immobili degli Iacp.

Nulla di fatto, come anticipato, per il bonus facciate. Il Pd chiedeva una proroga di sei mesi per la detrazione al 90% da riconoscere agli interventi di ripulitura delle facciate degli immobili. Interventi ad alto appeal su cui però il Governo ha messo un evidente freno portando la detrazione spendibile dal 90% al 60 per cento.

La manovra di bilancio, così come licenziata dalla commissione, imbarca anche il decreto controlli con la stretta sui bonus edilizi indebitamente utilizzati soprattutto in funzione della cessione del credito e dello sconto in fattura. Nel corso dell’approvazione è stato accolto un sub emendamento sostenuto dal Movimento 5 Stelle che fa rientrare tra le spese agevolabili anche quelle sostenute per le asseverazioni e per l’apposizione del nuovo visto di conformità (si veda il servizio in pagina).

Chiarita, poi, con un altro emendamento la possibilità di ricorre al prezzario Dei anche per i lavori di ristrutturazione al 50%, bonus facciate e sisma bonus (si veda il servizio a pagina 6).

Tra i ritocchi approvati ieri dalla commissione bilancio va segnalato, infine, anche il raddoppio da 5mila a 10mila euro del tetto di spesa ammissibile al cosiddetto bonus mobili. Il bonus , riconosciuto per l’acquisto di arredi e di elettrodomestici legato a lavori di ristrutturazione dell’immobile, raddoppia solo per il 2022, mentre nei due anni successivi tornerà a un tetto di spesa di 5mila euro come inizialmente indicato dal Governo nel Ddl di bilancio.

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