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Ravvedimento e dichiarazione integrativa per l’autofattura dimenticata

Per regolarizzare la fattura bisigna versare 71,43 euro corrispondenti a 1/7 di 500 euro, a cui vanno aggiunti 31,25 euro pari a 1/8 di 250 euro, per la dichiarazione integrativa

di Giorgio Confente

La domanda

Un imprenditore si è dimenticato di fare autofattura per una fattura 2021 da fornitore extra UE. L’autofattura è stata predisposta e registrata a giugno 2022. Qual è il comportamento più corretto tra i seguenti?
1) Ravvedere la tardiva emissione dell’autofattura e rifare la relativa liquidazione Iva del 2021, nonché la dichiarazione annuale Iva;
2) ravvedere la tardiva emissione dell’autofattura e farla confluire nella liquidazione Iva di giugno 2022, non detraendo l’Iva sull’acquisto e versando l’Iva a debito.
A.D. – Pavia

Il comportamento corretto è il primo indicato dal lettore. Nell’ordine, si deve:

1) regolarizzare l’omessa autofattura, versando, a titolo di ravvedimento operoso, 71,43 euro corrispondenti a 1/7 di 500 euro, sanzione base prevista dalla norma, sul presupposto che l’Iva sia ordinariamente detraibile (no pro rata) e la fattura del fornitore extra UE sia stata annotata in contabilità generale (articolo 6, comma 9 bis del Dlgs 471/1997);

2) presentare la dichiarazione integrativa versando 31,25 euro corrispondenti a 1/8 di 250 euro, sanzione prevista per la dichiarazione Iva con dati inesatti (articolo 8, comma 1 del Dlgs 471/1997);

3) trasmettere una Lipe (liquidazione periodica) correttiva, versando 71,43 euro corrispondenti a 1/7 di 500 euro (articolo 11, comma 2 ter del Dlgs 471/97). Così facendo, l’Iva può essere considerata integralmente detraibile.

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