Controlli e liti

Ravvedimento speciale anche per chi ha ricevuto un Pvc

Possibile dichiarare le criptoattività detenute «entro il 31 dicembre 2021»

di Dario Deotto e Luigi Lovecchio

Alcune delle forme di regolarizzazione contemplate dal Ddl di Bilancio 2023 riguardano anche le dichiarazioni relative al periodo d’imposta 2021, per le quali l’invio scade dopodomani. Peraltro, occorre tenere conto che la dichiarazione si considera valida anche quando viene presentata nei 90 giorni.

Il ravvedimento speciale

La dichiarazione relativa al 2021 è oggetto di una prima misura di favore, rappresentata da una speciale disciplina di ravvedimento. Questa prevede la possibilità di regolarizzare tutte le violazioni dichiarative ancora accertabili, fino a quelle riferite, per l’appunto, al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021. Stante l’ampiezza della bozza di norma, sembra sanabile anche l’omessa dichiarazione, sia relativa al 2021 che agli anni precedenti; ciò nonostante il ravvedimento ordinario preveda la possibilità di regolarizzare la dichiarazione omessa soltanto nei 90 giorni. Allo scopo, occorre versare per intero le imposte e gli interessi, nonché una sanzione super ridotta pari a 1/18 del minimo edittale. La somma complessiva, così calcolata, potrà essere corrisposta in otto rate trimestrali, con prima rata in scadenza il 31 marzo 2023. Sulle rate successive alla prima maturano i soli interessi legali. Costituisce causa ostativa la ricezione di un atto impositivo (avviso di accertamento, atto irrogazione sanzioni e cartella da controlli formali), ma non la consegna di un Pvc.

Ne deriva che anche chi è stato raggiunto da un Pvc potrà sanare le violazioni (anche i singoli rilievi) già constatate con il versamento della sanzione di un diciottesimo, in luogo di quella ridotta a un quinto, prevista a regime.

Le criptovalute

Un’altra rilevante chance di regolarizzazione riguarda le criptoattività (la cui “latitudine” pare davvero molto ampia): essa riguarda i contribuenti che non hanno indicato «nella propria dichiarazione annuale dei redditi le criptoattività detenute entro la data del 31 dicembre 2021». La sanatoria intende riferirsi alle violazioni relative al quadro RW.

Peraltro, è abbastanza singolare che si preveda una regolarizzazione per eventuali violazioni commesse in passato, quando solo con la stessa legge di Bilancio 2023 si vorrebbe inserire per la prima volta l’obbligo di compilazione del quadro RW per le criptoattività (il che confermerebbe indirettamente che in passato l’obbligo non c’era). Ad ogni modo, la bozza di Ddl prevede la possibilità di regolarizzazione per coloro che non hanno indicato le cripto entro la data di presentazione della dichiarazione relativa al 2021: ciò potrebbe far sì che i contribuenti approfittino della dichiarazione da inviare dopodomani per inserire le cripto che non hanno riportato anche negli anni passati. In questo caso la regolarizzazione diventerebbe, di fatto, gratuita, considerando le difficoltà oggettive da parte dell'Agenzia di individuare le annualità di detenzione delle criptoattività. La norma del Ddl si rivolge comunque ai contribuenti che non hanno indicato le criptovalute «nonché i redditi sulle stesse realizzate». E qui c’è da chiedersi di quali redditi si tratti. Quelli che si sarebbero dovuti dichiarare come «valute estere» (indicazioni delle Entrate)? Ma se per effetto della legge di Bilancio non saranno più tali? E ancora, visto che adesso viene stabilito che non rileva «la permuta tra criptoattività aventi medesime caratteristiche e funzioni», le operazioni crypto-to-crypto rilevavano (sopra la soglia dei “famosi” 51.645 euro per sette giorni lavorativi consecutivi)? Insomma, servirebbe una disciplina più meditata rispetto a ciò che risulta dal Ddl.

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