Professione

Registro revisori ancora bloccato: non c'è accordo sulle regole per l'esame d'accesso

di Giorgio Costa


Scade domani il termine dei 20 giorni per il varo del decreto del ministero della Giustizia che deve fissare i requisiti per l'iscrizione al Registro dei revisori legali da parte dei dottori commercialisti.
Ma del decreto non vi è traccia mentre il Registro resta chiuso in attesa, come si leggeva in una nota del ministero dell'Economia del 5 marzo scorso, che siano disponibili «le istruzioni operative ed il modulo per l'iscrizione, senza il sostenimento del relativo esame, nel Registro dei revisori legali». Documenti, appunto, che «saranno messi in linea non appena emanato il decreto attuativo, previsto dalla legge n. 15/2014, che fissa i requisiti per l'esonero dall'esame di idoneità professionale». Nel frattempo si torna indietro alla situazione che era in vigore fino al 1° novembre 2013 quando il Dl 126/2013 (Gu n. 256/2013) aveva introdotto in via transitoria, nelle more dell'emanazione del regolamento che disciplina l'esame di abilitazione professionale per i revisori legali previsto all'articolo 4 del decreto legislativo 39/2010, una disposizione che consentiva l'ammissione all'esame con le vecchie regole per l'iscrizione al Registro dei revisori e i relativi esami ex Dlgs 88/1992. In pratica era tornata in vigore l'equipollenza dopo una lunga battaglia combattuta, senza esclusioni di colpi, tra le categorie professionali (commercialisti e Istituto dei revisori legali in primis) e all'interno dei ministeri della Giustizia e dell'Economia tra vertici politici (favorevoli all'equipollenza) e apparati burocratici (contrari all'accesso automatico dei dottori commercialisti al registro). L'approvazione del Dl Milleproroghe, in cui è confluita la parte del testo dell'ex Salvaroma che conteneva la norma che ristabiliva l'equipollenza, ha previsto però la necessità di un decreto che fissi i «requisiti» per l'accesso all'attività della revisione legale «in conformità alla direttiva 2006/43/CE» ma «senza la previsione, per i candidati, di maggiori oneri e di nuove sessioni di esame». E proprio da questa ambiguità nascono i problemi che stanno bloccando un decreto di fatto già scritto (e che cancellava l'equipollenza) ma che ora deve contemperare la richiesta dell'equipollenza da una parte (la legge esclude nuove sessioni di esame) e dall'altra la "minaccia" da parte della Commissione Ue (che mai però si è espressa in maniera ufficiale) di una procedura di infrazione in caso di iscrizione automatica dei commercialisti. La strada a cui si sta pensando al ministero della Giustizia sarebbe quella di un'unica sessione d'esame di Stato ripartita in maniera tale da sviluppare, ad esempio, la prova da dottore commercialista in due giornate e quella con la prova inerente la revisione contabile in una terza giornata. Resta però il fatto che in questo modo l'esame si svolgerebbe dopo i 18 mesi di tirocinio sufficienti per l'esame di Stato da dottore commercialista mentre il tirocinio "completo" per il profilo professionale del revisore legale ne prevede 36; e non potendo la sessione d'esame stare aperta un anno e mezzo si deve immaginare che la soluzione sia quella di sostenere l'esame di Stato (da commercialista e da revisore) prima di aver completato il tirocinio da revisore. L'altra ipotesi è quella di non sostenere alcun esame aggiuntivo ma allungare solo il tirocinio, strada questa, che il ministero della Giustizia (insieme al presidente dell'Istituto dei revisori legali Valerio Baresi) valuta a rischio infrazione. «Tesi assurda - replica Gian Carlo Laurini, commissario del consiglio nazionale dei dottori commercialisti - visto che la direttiva comunitaria prevede espressamente la possibilità dell'equipollenza. Sono davvero curioso di vedere cosa ci potrà essere scritto in un decreto che, stante il sistema normativo comunitario e nazionale, è assolutamente inutile. Il fatto grave, piuttosto, è un altro e riguarda tutti coloro che si vogliono iscrivere al Registro e che se lo trovano nuovamente bloccato. Una situazione assurda alla quale reagiremo in ogni modo».

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