Imposte

È rettifica ai ricavi la rinuncia ai canoni d’affitto

La risposta a interpello 716: non genera una perdita su crediti

di Luca Gaiani

Non genera una perdita su crediti, ma una rettifica ai ricavi la rinuncia a canoni di affitto già maturati definita con l’inquilino a seguito della impossibilità di sfruttare appieno l’immobile a seguito dell’emergenza Covid. Lo chiarisce l’agenzia delle Entrate nella risposta a interpello 716/2021. Il componente reddituale derivante dal mancato incasso non rientra nella disciplina dell’articolo 101 del Tuir e può essere portato a riduzione anche dall’imponibile Irap.

Il caso trattato dalla risposta 716 riguarda una società conduttrice di un immobile e di una azienda commerciale destinata a grande magazzino per la vendita di articoli di abbigliamento e prodotti per la casa la quale procede a rinegoziare le condizioni contrattuali con la proprietà a seguito della crisi causata dalla emergenza epidemiologica. L’accordo, stipulato a fine 2020, prevede tra l’altro che il proprietario rinunci a canoni maturati in alcuni mesi precedenti e non pagati, rilevando conseguentemente un componente negativo di reddito. L’Agenzia, richiamando il principio contabile Oic 12 (rilevante per la regola della derivazione rafforzata), inquadra la fattispecie, non quale perdita su crediti (articolo 101 del Tuir), bensì come rettifica in diminuzione dei ricavi ai sensi dell’articolo 85 Tuir. Ciò comporta che il componente reddituale derivante dalla transazione sarà deducibile, non solo ai fini dell’Ires, ma anche per il tributo regionale. Tale componente, inoltre, neppure dovrà essere preventivamente imputato al fondo svalutazione crediti previsto dall’articolo 106 del Tuir.

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