Professione

Revisori enti locali, verbali e carte di lavoro per la documentazione adeguata dell’attività

I quaderni elaborati dal Cndcec (in consultazione fino al 14 luglio) tracciano la rotta per l’attività di controllo

di Marco Rossi e Patrizia Ruffini

Saranno in pubblica consultazione fino al 14 luglio i due quaderni dedicati al campionamento e alle carte di lavoro dei revisori degli enti locali. Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, con il documento «La revisione degli enti locali», sotto forma di due quaderni, vuole fornire strumenti indispensabili a supporto e guida dell’attività di controllo. Durante la consultazione gli iscritti potranno formulare eventuali osservazioni.

Gli strumenti di lavoro sono stati elaborati alla luce dei principi di vigilanza e controllo, pubblicati nel 2019, che hanno spinto nella direzione della massima diligenza e professionalità. Essi non hanno tuttavia portata deontologica, per cui il revisore è libero di adottarli o meno, di aderirvi integralmente o solo in parte, così come di adeguarli alle esigenze e specificità dell’ente, secondo la sensibilità e le valutazioni consigliate dalla diligenza e dall’esperienza professionale.

L’approccio metodologico
Il Quaderno I «Approccio metodologico», fornisce nozioni relative alle procedure di revisione, all’acquisizione degli elementi probativi, alla documentazione dell’attività e alla valutazione del rischio, concentrando l’attenzione sulla metodologia di campionamento. Si parte dal presupposto che il revisore definisca metodologie e svolga adeguate procedure di revisione, che consentano di acquisire elementi probativi sufficienti e appropriati. L’attività, poi, deve essere adeguatamente documentata (soprattutto con verbali e carte di lavoro) allo scopo di esprimere una motivata valutazione di congruità del controllo interno, da riportare in un apposito fascicolo di proprietà del revisore (e non dell’ente). Altra componente fondamentale è legata alla valutazione del rischio, da effettuare all’atto di insediamento, subito dopo l’accettazione dell’incarico, mediante l’acquisizione di appropriate informazioni. Strategica è pure la tecnica del campionamento, a cui fa riferimento esplicitamente l’articolo 239 del Tuel, che deve rientrare nel bagaglio “necessario” del revisore. Infatti, è lo strumento più efficace per procedere al controllo della contabilità, dei bilanci e della documentazione di supporto fornita dall’Ente e necessaria per la redazione dei pareri. L’intero processo è da formalizzare adeguatamente, esplicitando le ragioni della sua declinazione in concreto (campionamento soggettivo, selezione integrale o ragionato, etc.). Fra gli strumenti operativi, vi è anche fornito un foglio di calcolo (non vincolante) da adattare al conto/voce di bilancio da sottoporre a verifica.

Gli strumenti operativi
Il secondo quaderno «Strumenti operativi», pur riconoscendo all’organo di revisione l’autonomia dell’organizzazione, si sofferma sulla fase di pianificazione (contesto e linee generali) e di programmazione dell’attività revisionale (per la declinazione e calendarizzazione degli adempimenti). Sul piano operativo i revisori hanno due strumenti principali. Il primo, relativo alla Strategia generale di revisione, riepiloga le attività di verifica da attuare in ragione delle aree identificate ed in base al calendario delle verifiche trimestrali. Il secondo è relativo a modelli (verbali e check list) destinati a rappresentare la base per predisporre la documentazione utile a comprovare il lavoro svolto e ottenere gli elementi probativi, validi e sufficienti per il giudizio da esprimere. Risultano toccati un po’ tutti gli argomenti, dalle verifiche di cassa e degli agenti contabili, dalle transazioni al personale e agli organismi partecipati, su cui – con diligenza e professionalità – l’attività dei revisori degli enti locali deve necessariamente focalizzarsi.

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