Controlli e liti

Revoca degli aiuti per chi trucca i fatturati

La verifica di irregolarità prevede la restituzione del contributo non dovuto

di Laura Ambrosi e Antonio Iorio

Una parte dell'attività di controllo degli uffici delle Entrate si concentrerà, nei prossimi mesi, sul recupero dei contributi a fondo perduto ritenuti indebitamente percepiti ed erogati a seguito della pandemia. Non si tratterà di controlli una tantum: la spettanza di questi contributi, infatti, verrà approfondita, probabilmente, ogni volta che il contribuente interessato, sarà sottoposto a verifica fiscale per gli anni 2019 e/o 2020 e verranno constatate sottrazioni di ricavi.

Secondo la circolare 4/E/2021, a seguito di elaborazioni a livello centrale, saranno rese disponibili alle Direzioni regionali liste di soggetti da controllare, con istruzioni operative per i relativi recuperi. I criteri di rischio riguardano la condizione di accesso dei ricavi, la corretta indicazione della percentuale del contributo spettante in funzione della dimensione del richiedente, la congruità dell'ammontare delle operazioni effettuate nel 2019 e nel 2020, la ricorrenza dei firmatari, la presenza di indici di frode.

Il percorso operativo

A prescindere da questa selezione, che consentirà di svolgere controlli nei confronti di coloro che già evidenziano anomalie, occorre considerare che, in futuro, nel corso di un'ordinaria verifica potrebbero emergere ricavi non dichiarati per l'anno 2019 e/o 2020 e che il contribuente interessato risulti anche fruitore di uno dei vari contributi.

Si pensi, ad esempio, al contributo che spettava ai contribuenti con ricavi non superiori ai 5 milioni e si determinava sulla base di una percentuale variabile applicata alla differenza tra ricavi e corrispettivi di aprile 2020, rispetto ad aprile 2019 (articolo 25 del Dl 34/2020). A seconda del fatturato conseguito nel periodo di imposta 2019 tale percentuale era: 20% per i soggetti con ricavi non superiori a 400mila euro; 15% per ricavi superiori a 400mila euro e fino a un milione; 10% per ricavi superiori a un milione di euro e fino a cinque milioni. In altri termini, la contestazione di maggiori ricavi potrebbe modificare i requisiti per la spettanza al contributo.

Ricavi omessi 2019

Se durante il controllo sono constatati ricavi/corrispettivi non dichiarati che, aggiunti a quelli risultanti dalla dichiarazione, fanno superare i 5 milioni di ricavi per il 2019 (periodo di imposta precedente all' entrata in vigore del Dl 34/2020), l'interessato decade dal beneficio, in quanto non poteva richiederlo e quindi i verificatori procederanno al recupero dell'intero contributo erogato. Se invece la rettifica non porta al superamento dei 5 milioni, essa è irrilevante.

Infine, la rettifica potrebbe far rientrare il contribuente in una fascia superiore rispetto a quella individuata per la fruizione del contributo (superiore 400mila euro o superiore a un milione), con la conseguenza che l'interessato ha ottenuto una percentuale maggiore di contributo (avendo dichiarato un fatturato inferiore) rispetto a quella prevista (collocandosi in una fascia con fatturato superiore a seguito dei ricavi non dichiarati).

Ricavi omessi 2020

Se i verificatori riescono ad imputare le somme “in nero” constatate, al mese di aprile 2020 (rileva il momento dell'effettuazione della cessione di beni o prestazione di servizi) verificheranno il rispetto della proporzione dei due terzi alla luce dei nuovi ricavi accertati. Infatti l'ammontare di fatturato e corrispettivi del mese di aprile 2020 doveva essere inferiore ai due terzi dell'ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019. Se tale proporzione dovesse venir meno, verrà recuperato l'intero contributo erogato.

Se invece, nonostante la rettifica, permanga il requisito dei due terzi, il recupero riguarderà l'eventuale contributo corrisposto in misura maggiore rispetto a quella dovuta (in conseguenza dei maggiori ricavi accertati ad aprile2020 e quindi della minore differenza rispetto ad aprile 2019).

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