Finanza

Ricarica auto elettriche, dote per i professionisti

In Gazzetta il decreto ripartisce le dotazioni per gli investimenti. Attesi modelli di domanda e termine d’invio

di Roberto Lenzi

A disposizione dei professionisti il 10% dei fondi per l’installazione di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici. Il decreto 25 agosto 2021 del ministero della Transizione ecologica, emesso in attuazione della legge 126/2020 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 20 ottobre, disciplina l’erogazione di contributi per l’installazione di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici effettuata da persone fisiche nell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni, nonché da soggetti passivi dell’imposta sul reddito delle società.

Disponibili 90 milioni di euro
Il fondo è nato con una dotazione di 90 milioni di euro e le risorse sono ripartite tra tre distinte categorie. L’80% è destinato per l’acquisto e l’installazione di infrastrutture di ricarica di valore complessivo inferiore a 375mila euro da parte delle imprese, il 10% è volto all’acquisto e l’installazione di infrastrutture di ricarica di valore complessivo pari o superiore a 375 mila euro da parte delle imprese, mentre il restante 10% è destinato per l’acquisto e l’installazione di infrastrutture di ricarica da parte di professionisti. Il contributo è concesso in regime de minimis, quindi con un tetto massimo, se disponibile nel plafond della singola impresa unica, di 200mila euro per questa tipologia di progetti.

I soggetti beneficiari, una volta ottenuto il contributo, sono tenuti mantenere nei cinque anni successivi alla data di erogazione del contributo l’infrastruttura di ricarica.

Le regole per i professionisti
Possono richiedere il contributo i professionisti che sia alla data della concessione, sia alla data dell’erogazione del contributo sono in possesso dei requisiti richiesti dal bando. In particolare, devono presentare un volume d’affari, nell’ultima dichiarazione Iva trasmessa all’agenzia delle Entrate, così come risultante dal rigo VE50, non inferiore al valore della infrastruttura di ricarica per la quale è richiesto il contributo.

Per permettere il controllo, i professionisti dovranno allegare alla domanda di contributo anche la dichiarazione Iva. Per i professionisti che applicano il regime forfettario, il valore dell’infrastruttura di ricarica non può essere superiore a 20mila euro. Devono inoltre essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali e con gli adempimenti fiscali.

Contributo del 40%
Sono ammissibili al contributo le spese, al netto di Iva, sostenute dai soggetti beneficiari successivamente alla data di entrata in vigore del decreto. Possono comprendere l’acquisto e la messa in opera di infrastrutture di ricarica ivi comprese le spese per l’installazione delle colonnine, gli impianti elettrici, le opere edili strettamente necessarie, gli impianti e i dispositivi per il monitoraggio. La misura prevede un contributo in conto capitale pari al 40% delle spese ammissibili. Ciascun soggetto beneficiario può presentare una sola domanda di contributo.

La domanda a Invitalia
Invitalia è il soggetto gestore della misura, ma per la presentazione della domanda saranno necessari successivi provvedimenti del Mite che stabiliscano le modalità operative.

Alla domanda dovrà essere allegata la descrizione dell’investimento che il soggetto beneficiario intende effettuare con l’indicazione dei risultati attesi a seguito dello stesso investimento.

Con provvedimenti del ministero della Transizione ecologica saranno definiti i modelli di domanda per le imprese e i professionisti, i termini per la presentazione delle domande di ammissione e di erogazione dei contributi e l’ulteriore documentazione che i soggetti beneficiari sono tenuti a presentare.

Entro centoventi giorni dal termine ultimo per la presentazione delle domande, il ministero procederà alla concessione dei contributi nel rispetto dell’ordine cronologico di ricezione delle domande. Nel caso di insussistenza dei requisiti di ammissibilità, il ministero comunica entro lo stesso termine i motivi ostativi all’accoglimento della domanda. La misura non è cumulabile con altre agevolazioni previste per la medesima spesa.

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