Controlli e liti

Riforma del contenzioso tributario, nasce la commissione interministeriale Mef-Giustizia

L’obiettivo è di compiere interventi chirurgici per migliorare il processo nella fase di merito, intervenendo con misure deflattive sull’arretrato della Cassazione

di Ivan Cimmarusti

Nasce la commissione interministeriale Mef-Giustizia per la riforma del contenzioso tributario, come annunciato a marzo scorso dal Sole24ore. L’obiettivo è di compiere interventi “chirurgici” per migliorare il processo nella fase di merito, intervenendo con misure deflattive sull’arretrato monstre che ingolfa la Cassazione.

La commissione è presieduta da Giacinto della Cananea, docente di diritto amministrativo all’Università Bocconi di Milano e componente del Cpgt. Vicepresidente, Fabrizia Lapecorella, Direttore generale delle Finanze del Mef. A loro il ruolo di coordinamento dei componenti:

1. Domenico Pellegrini, magistrato ordinario, presidente di sezione del Tribunale di Genova;

2. Margherita Cardona Albini, magistrato ordinario e tributario in servizio al Gabinetto del ministro della Giustizia;

3. Enrico Manzon, magistrato ordinario, consigliere della Corte di Cassazione

4. Luca Varrone, magistrato ordinario, consigliere della Cassazione e componente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria;

5. Glauco Zaccardi, magistrato ordinario, capo Ufficio legislativo - Finanze del ministero dell’Economia;

6. Sebastiano Maurizio Messina, professore ordinario di diritto tributario all’Università degli Studi di Verona;

7. Gianni De Bellis, avvocato e vice Avvocato generale dello Stato;

8. Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’agenzia delle Entrate

9. Massimo Guido Antonini, avvocato del Foro di Milano;

10. Pietro Bracco, avvocato del Foro di Roma;

11. Clelia Buccico, professoressa ordinaria di diritto tributario all’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”;

12. Andrea Giovanardi, professore ordinario di diritto tributario all’Università degli Studi di Verona;

13. Livia Salvini, professore ordinario di diritto Tributario all’Università Luiss-Guido Carli di Roma, avvocato cassazionista;

14. Maria Vittoria Serranò, professore associato di diritto tributario all’Università degli Studi di Messina e giudice tributario alla Commissione provinciale di Reggio Calabria;

L’auspicio è di andare oltre una magistratura tributaria sostanzialmente onoraria. Perché l’istituzione di un giudice a «tempo pieno e in via esclusiva», come ha detto all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2021 il primo presidente della Cassazione, Pietro Curzio, può ulteriormente migliorare la qualità delle sentenze, considerato che allo stato attuale il “terzo grado” annulla ben il 45,6% delle decisioni prese dalle Ctr italiane.

I dati statistici del Palazzaccio denunciano l’affanno sofferto dalla sezione tributaria della suprema Corte, ingolfata con 53.482 liti fiscali, il 44% delle 120.473 pendenze complessive dei giudizi civili. Un macigno definito anche nel Recovery Plan come un «arretrato endemico» che influisce negativamente sulla performance di smaltimento di tutta la Cassazione, la quale si ritrova a dover cassare (sia con rinvio sia senza rinvio) circa la metà delle decisioni fiscali giunte nella fase di legittimità, con ulteriore sovraccarico di lavoro.

I nodi da risolvere, dunque, sono diversi, a partire dalla necessità di alzare il livello qualitativo delle decisioni nelle Ctp e Ctr, che da sole macinano liti per un valore annuo che supera i 40 miliardi di euro. Allo stato, i primi due gradi di giudizio sono gestiti da una magistratura sostanzialmente “part-time”, retribuita per ogni sentenza emessa.

La Commissione entro il 30 giugno 2021, presenterà ai ministri una relazione sull’esito dei lavori svolti e le proposte di intervento formulate.

Una riforma strutturale della giustizia tributaria rientra tra le priorità d'azione indicate dal Governo ed è coerente con le indicazioni dell’Unione europea.

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