Imposte

Certificazione unica, verso la moratoria sulle sanzioni a chi non ha completato l’invio

Allo studio anche la sospensione del pagamento delle rate per gli avvisi bonari e le adesioni

immagine non disponibile

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Sospensioni di adempimenti e termini a maglie larghe per il nuovo decreto di aiuti per imprese, autonomi e partite Iva. Tra le misure allo studio spunta anche la sospensione della procedura che oggi consente all’ex Equitalia di bloccare i rimborsi a imprese e contribuenti che hanno somme iscritte a ruolo superiori a mille euro. Un ulteriore aiuto sul fronte della riscossione che si andrebbe ad aggiungere alla sospensione del pignoramento degli stipendi e dei conti correnti. Non solo. Sul fronte dei versamenti si prevede il blocco dei versamenti di Iva, ritenute e contributi per i mesi di aprile e maggio per i contribuenti con volume d’affari fino a 10 milioni e un calo del fatturato del 25 o del 33 per cento. La percentuale e il periodo di riferimento con il quale confrontare il calo del fatturato sono ancora in corso di limatura, mentre appare scontata, così come per il decreto di marzo, la possibilità di pagare le somme dovute in unica soluzione o con 5 rate di pari importo.

L’ultima dovrà comunque arrivare nelle casse dell’Erario non oltre il mese di novembre. Con la sospensione dei versamenti di maggio slitta in avanti anche il ritorno alla cassa dei contribuenti che già con il decreto di marzo si sono visti sospendere il versamento dell’Iva annuale e delle ritenute. In tema di ritenute d’acconto, poi, si sta valutando la proroga anche della sospensione del prelievo per i contribuenti con ricavi o compensi fino a 400mila euro.

Un pacchetto fiscale su cui il Governo potrebbe giocare d’anticipo per inserirlo in quello che ormai è definito il decreto liquidità in arrivo tra domani e lunedì mattina. In questo modo si eviterebbe di replicare quanto accaduto il 16 marzo scorso con la sospensione dei versamenti arrivata a termini di pagamento già scaduti da 24 ore e che ora ha spinto il Mef a prevedere una rimessione in termini su chi a marzo ha versato le imposte.

Moratoria sulle sanzioni

Ma tra le misure in arrivo si prospetta anche una sorta di ciambella di salvataggio per chi ha commesso errori, anche a causa della difficoltà di individuare se rientrava o meno nella sospensione dei versamenti. Allo studio del Governo c’è, infatti, la possibilità di non applicare le sanzioni a chi ha corretto errori sulle somme dovute entro il 31 marzo. In sostanza nei confronti di questi contribuenti opererebbe una rimessione nei termini allargata dal 20 al 31 marzo.

Un altro intervento che punta poi a sterilizzare le sanzioni riguarda le certificazioni uniche. Il rispetto della scadenza del 31 marzo per la trasmissione dei dati dei redditi 2019 alle Entrate e per la messa a disposizione del modello a dipendenti e pensionati era considerato necessario dall’amministrazione finanziaria per far partire la campagna del 730/2020 con la precompilata che sarà consultabile online dal 5 maggio. Tuttavia molti sostituti d’imposta hanno avuto problemi nell’invio e nella consegna, soprattutto nelle aree più colpite dal coronavirus e per i settori produttivi interessati dallo stop all’attività. Così si sta per mettere a punto una norma che consenta di spedire o consegnare la certificazione dei redditi in ritardo senza applicare le sanzioni.

Avvisi bonari e prima casa

Tra le novità anche lo stop ai versamenti per le rate degli avvisi bonari e degli altri atti di contestazione per i quali i contribuenti hanno dovuto continuare a pagare, nonostante invece siano stati già congelati i termini per le cartelle esattoriali.

E, come anticipato dalle Faq pubblicate dal Mef, si interverrà per evitare la decadenza dalle agevolazioni per l’acquisto della prima casa a chi in questo periodo non riuscirà il termine dei 18 mesi per il trasferimento della residenza o dei 12 mesi per il riacquisto in caso di cessione prima dei cinque anni.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©