Il CommentoAdempimenti

Moratoria sugli appalti, il fantasma buono dello Statuto del contribuente

La moratoria è legata alla legge 212/2000 che si premura di salvaguardare il contribuente da obblighi impossibili

di Maria Carla De Cesari

Il Fantasma buono che si agita dietro le 35 pagine della circolare firmata ieri dal direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, si chiama Statuto del contribuente.

Anche se mai nominata si deve attribuire alla razionalità della legge 212/2000 la moratoria sulle sanzioni fino al 30 aprile : un beneficio per il committente sempre che l’appaltatore «abbia correttamente determinato ed effettuato i versamenti delle ritenute fiscali ... senza utilizzare per ciascun committente distinte deleghe». È lo Statuto, infatti, che si premura di salvaguardare il contribuente da obblighi impossibili da rispettare anche per i tempi stretti tra il varo della legge e la sua entrata in vigore. Si apre ora uno spazio di sospensione delle sanzioni, con i caveat citati, che consentirà alle imprese di implementare e organizzare la catena dei controlli.

Tuttavia, è auspicabile che in questo intervallo possa continuare il confronto tra le associazioni che rappresentano le imprese, gli Ordini, l’agenzia delle Entrate e il ministero dell’Economia per trovare soluzioni che rendano il meccanismo praticabile.

Nessuno può contestare l’offensiva nei confronti dell’utilizzo di crediti falsi per compensare le ritenute e i contributi previdenziali. Tuttavia, occorre trovare forme non sproporzionate per i committenti, che non possono essere caricati dell’onere di un’amministrazione ad hoc per controllare effettuazione e congruità delle ritenute relative ai lavoratori impiegati negli appalti. Il compito dell’amministrazione circa la correttezza degli adempimenti non può essere riversato sui cittadini: la sussidiarietà non può trasformarsi in un mostro.